Il ciclone Cateno punta sui comuni

Nel futuro di Cateno De Luca non c’è soltanto il governo ombra alla Regione. Ma – se sarà bravo e farà presa – un’altra poltrona da sindaco. All’indomani della sconfitta elettorale, il leader di Sicilia Vera aveva trascorso qualche giorno a Taormina, ipotizzando una sua discesa in campo per succedere a Mario Bolognari. Ma la prossima primavera si vota anche a Catania, un comune rimasto orfano del primo cittadino, Salvo Pogliese, che s’è dimesso alla vigilia della presentazione della liste per le Politiche (è stato eletto al Senato) dopo aver ‘consegnato’ per lunghi mesi l’ente al suo vice Bonaccorsi (a causa di un’inchiesta giudiziaria che ha fatto scattare la sospensione per effetto della Legge Severino).

Catania è assetata di buongoverno e nell’ultima tornata elettorale ha dato gratificazione a De Luca: alle Regionali, le sue liste (in città) hanno raccolto oltre il 15%, un risultato utile a eleggere all’Ars Ludovico Balsamo, già assessore della giunta Pogliese. Mentre al Senato, dove De Luca era candidato all’uninominale contro Musumeci, il risultato è stato un po’ inferiore (ma comunque vicino al 12). “Mi avete messo la pulce nell’orecchio…”, ha detto De Luca ai suoi, ipotizzando una corsa per palazzo degli Elefanti. Per l’ex sindaco di Messina, che si è dimesso a febbraio scorso per correre alla Regione, si profila quindi l’ennesima battaglia: anche se diventare sindaco della città etnea significherebbe dover rinunciare al seggio conquistato all’Ars.

Nei giorni scorsi, radunando il suo popolo a Fiumedinisi, Scateno aveva tracciato un’ipotesi di futuro: “Oggi abbiamo una responsabilità in più nei confronti degli oltre 500 mila siciliani che hanno scelto di sostenerci. Dimostrare di essere proposta, e non solo protesta, come continuano ad etichettarci. Ecco perché siamo pronti a lavorare al fianco del presidente Schifani con il nostro governo ombra”. De Luca, nonostante la sconfitta, ha eletto sette deputati all’Assemblea Regionale e un paio al parlamento nazionale. E ora si candida a diventare la vera opposizione del governo di centrodestra.

Il governo parallelo che ha in mente “sarà composto da uomini e donne libere pronti a una grande sfida – spiega – esattamente come un’ombra seguiremo l’attività degli assessori in carica, proponendo delibere, disegni di legge, vigilando sul loro operato, pronti a far sentire la nostra voce con alternative concrete. L’obiettivo è radicare la nostra presenza sul territorio siciliano. Siamo partiti con un solo deputato all’Ars, e oggi invece possiamo contare su sette rappresentanti di Sicilia Vera. Siamo pronti alle prossime scadenze elettorali guardando alle Europee del 2024”.

Paolo Mandarà :Giovane siciliano di ampie speranze

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