“Aspettiamo che il ministro Santanchè spieghi le sue ragioni in Parlamento”. Dopo due giorni di fuoco di fila delle opposizioni, è il capogruppo della Lega alla Camera Riccardo Molinari a lanciare un macigno nello stagno del governo. L’intenzione della camicia verde è quella di respingere il tribunale di Report, perché “i processi non si fanno in televisione”, ma lo condisce di una stoccata che fa male. Se è il secondo partito di maggioranza a chiedere che il ministro del Turismo illustri la sua versione sulla gestione spregiudicata delle sue aziende e sui possibili conflitti d’interesse di fronte alle Aule che l’opposizione non aspetta altro di trasformare in un rodeo, significa che qualcosa non va.

Giorgia Meloni viene informata dopo pochissimo tempo, è l’ennesimo tassello di una spirale di incomprensioni e liti che sta pericolosamente risucchiando il governo. Da via della Scrofa viene dato l’ordine di stand-by: “Non rispondete o commentate”. A Palazzo Chigi si leggono in controluce le parole di Molinari, sono il segnale esplicito che per la Lega la misura è colma, che o si trova un punto di caduta gradito anche a Matteo Salvini o il Carroccio è pronto a far valere anche pubblicamente le sue ragioni. Continua su Huffington Post