La Spagna delle menzogne

Tra le frasi ricorrenti in questi due giorni di passione, tra una nave che non sa dove approdare e una maledizione al nuovo governo, ce n’è soprattutto una che mi colpisce. La Spagna ci ha dato una lezione. La Spagna ha dato, a noi italiani, una lezione di civiltà, di accoglienza, di umanità. Questo leggo. Questo arrivano a titolare autorevoli giornali.

Ferma restando la lodevole offerta spagnola (coi tempi che corrono lo sottolineo per non incorrere in punizioni corporali) riuscite in tutta onestà a trovare qualcosa di più ingiusto, di più profondamente ingiusto di queste poche parole messe in fila? La Spagna ci dà lezioni di civiltà. A noi che da vent’anni accogliamo i disperati da ogni parte della terra nell’indifferenza del mondo, a noi che storicamente ci facciamo carico delle altrui responsabilità, che mettiamo pezze e toppe, noi che siamo universalmente riconosciuti, giustamente, come porto in servizio permanente effettivo.

L’abitante di Lampedusa – paradigma di paziente accoglienza per antonomasia – scopre d’improvviso le lezioni di civiltà dagli amici spagnoli che fino all’altro ieri accoglievano a colpi di mitraglia i barconi avvistati lungo il confine col Marocco. L’abitante tipo di Lampedusa che in un lampo poniamo nel dimenticatoio perché c’è il Nuovo Eroe da celebrare, tapas, paella e solidarietà da pronto soccorso (nella speranza che l’aiuto non sia occasionale ma vada oltre l’entusiasmo del momento, ma io qualche dubbio ce l’ho). E come non bastasse arriva pure il presidente francese a dirci che siamo cinici e vomitevoli. Lui. A noi. Lezioni da chiunque, presidenti francesi, editorialisti imbizzarriti che col Pd misericordioso e salottiero ai limiti dell’onanismo se la passavano meglio.

E poi il dibattito sul migrante che diventa discrimine tra buoni e cattivi, tra caritatevoli e razzisti, un frullato misto senza sfumature, o con me o contro di me. E, soprattutto, senza memoria. La memoria cancellata in un qualsiasi giorno di giugno da un ammirevole ma unico, sparuto, sporadico, isolato, atto di volontà. Ci credereste? Siamo diventati cattivi, è bastato un olé da torero, come diceva il Poeta. Un olé da torero e siamo diventati cattivi, cinici e vomitevoli. Noi.

Francesco Massaro :

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