Credevamo che ci fosse un giudice a Berlino anche per i convenzionati finiti sotto la scure di Orazio Schillaci, ministro della Sanità. Invece no. Il Tar del Lazio, che lunedì aveva sospeso il decreto sulle nuove tariffe, ventiquattr’ore dopo ci ha ripensato, lasciando ampio spazio alla macelleria sociale del governo Meloni e delle lobby – in primis quelle farmaceutiche – che da anni lavorano per soffocare laboratori e ambulatori privati nella speranza di conquistare i loro spazi nel territorio. Da giovedì sarà il caos. Per le strutture convenzionate, per i medici di base che dovranno rivedere il sistema delle ricette, e anche per i pazienti. Qui in Sicilia la parola passa inevitabilmente alla Regione. Riuscirà il presidente Schifani a dissipare la paura dei seimila lavoratori delle strutture convenzionate che da oggi non avranno più alcuna certezza sul futuro?