L’eccezionalismo come eredità. “Non ci sarà un altro sindaco come me, che ho attraversato la merda e l’oro di Palermo”. Ai posteri un destino manifesto e irripetibile. Alla storia un fremito nervoso lungo quarantadue anni. Era il 1980 quando Leoluca Orlando entrava da consigliere comunale al Palazzo delle Aquile. Gli occhi neri già cerchiati, il ciuffo non ancora imbiancato dal tempo. La pelle imperlata dal sudore, patina affannata e dolente, che lo ha protetto dalle polemiche, dalle sconfitte e da cose più pericolose. Si sudava in quel giugno lontano, quando veniva fondata la Cnn di Ted Turner, e Michele Sindona veniva arrestato a New York, e l’afa è l’unico elemento che accomuna quel tempo al nostro, a questa domenica di giugno 2022 in cui Orlando lascerà la guida della sua Palermo. Lo farà per la quinta volta, probabilmente l’ultima, anche se il tipo ha lo stigma dell’eterno ritorno. Continua sull’Huffington Post
Stefano Baldolini
in Buttanissimi Extra
Sipario su Orlando, prigioniero di un’eterna primavera
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