La Sicilia resta in zona arancione per un cavillo. Non sono ancora trascorse, infatti, le due settimane previste dalla normativa per il consolidamento del dato relativo ai ricoveri in Terapia intensiva, che solo 12 giorni fa si è attestato sotto la soglia del 20 per cento. Per il ritorno in “giallo” bisognerà pazientare fino a San Valentino. Restano alti, inoltre, i numeri relativi ai positivi (7,4 mila sabato) e dei decessi (78 quelli accertati da un riconteggio complessivo), mentre continua a diminuire la pressione negli ospedali: sono complessivamente 1.542 (fino a venerdì erano 1.558) dei quali 1.414 in area medica con sintomi (erano 1.425) e 128 in terapia intensiva (-5) ma ci sono 12 nuovi ingressi.

I contagi e i ricoveri sono in calo in tutta Italia, “ma il virus circola, l’attenzione resti alta, si entra in una fase più favorevole, in cui le risorse sanitarie potranno essere ribilanciate verso la cura delle patologie gravi e la prevenzione”. Lo spiega a Repubblica il commissario all’emergenza, il generale Francesco Paolo Figliuolo: “Ringrazio il Presidente del Consiglio per l’impulso che ha dato a una campagna senza precedenti, senza la quale non si potrebbe parlare di ritorno a una nuova normalità. Con le vaccinazioni abbiamo alzato una barriera contro le conseguenze più gravi del Covid. Oggi vediamo che anche la variante Omicron sta scemando. Le curve di contagi e ricoveri continuano a calare. Il virus però circola ancora. Bisogna tenere alta l’attenzione ora che entriamo in una fase più favorevole, in cui le risorse sanitarie potranno essere ribilanciate verso la loro naturale destinazione: la cura delle patologie gravi e la prevenzione”. “In tutte le fasce di età ci stiamo avvicinando al 90% di somministrazioni, sia come prima che come seconda dose. È una percentuale straordinaria, raggiunta da pochissimi paesi nel mondo”, ha aggiunto il commissario.

Intanto nell’Ennese, a Pietraperzia, si registra il drammatico caso di sei componenti di una famiglia che avevano scelto di non vaccinarsi e sono morti positivi al Covid in poco più di un mese. “Avevano paura: c’erano stati amici e conoscenti che avevano avuto gravi conseguenze dal vaccino e avevano scelto di non farlo”, spiega Noemi, 25 anni, nipote di una 78enne morta per l’infezione virale. La nonna è deceduta a poche ore di tempo dalla zia di 52 anni, entrambe all’Umberto I di Enna dove erano ricoverate dalla fine di dicembre. Noemi, che ha perso qualche giorno fa anche la madre, 55 anni, piange per la scomparsa di due nonni materni, della nonna paterna, e di una zia e di uno zio. Nessuno di loro era vaccinato.

Sul fronte dei vaccini da registrare l’apertura di open day per i ragazzi di età compresa tra i 5 e gli 11 anni, con percorsi dedicati, di tutti gli hub vaccinali della provincia di Catania l’ampliamento degli ‘slot’ nelle strutture ospedaliere. In particolare, l’ospedale Garibaldi di Nesima passerà da 70 a 140 somministrazioni giornaliere, il Cannizzaro da 50 a 120, dando spazio anche ai soggetti allergici, e il Policlinico aumenterà a tre, aggiungendo anche il mercoledì, le giornate dedicate alla vaccinazione pediatrica. Prosegue, inoltre, il lavoro di potenziamento degli ospedali. Il soggetto attuatore della struttura commissariale anti-Covid, ing. Tuccio D’Urso, ha annunciato per lunedì 7 febbraio l’apertura del nuovo pronto soccorso dell’ospedale Villa Sofia di Palermo. Mentre entro il 31 marzo vedranno la luce il nuovo pronto soccorso e il nuovo reparto di Terapia intensiva dell’ospedale Umberto I di Siracusa.