La proposta della Regione di far viaggiare gli studenti fuori sede sugli autobus sgangherati dell’Ast, a prezzi di saldo, per trascorrere il Natale in famiglia, a molti è parsa un’operazione di buon senso. E in tanti l’hanno interpretato come un gesto di ribellione al caro-voli applicato dalle compagnie aeree. Per Nino Minardo, no. E’ un gesto di resa. “Una proposta di una tristezza infinita”, che denota l’arretratezza della classe politica siciliana. “Lei è sicuro che non si tratta di una provocazione? In quel caso mi farei una bella risata – ci spiega il deputato modicano, appena transitato alla Lega –. Se, invece, si tratta di una proposta seria, è come fare dieci passi indietro e smettere di dare battaglia”
Onorevole, è una cosa seria. I ragazzi interessati possono già chiedere informazioni all’Ast e prenotare il proprio posto sul pullman che li porterà in Sicilia.
“Immagino la scena. Venti ore di viaggio a bordo di un “modernissimo” autobus dell’Ast, che parte da Milano per arrivare a Catania”.
Perché dice così? A mali estremi…
“Anziché battere i pugni per questa cavolo di continuità territoriale, che è una cosa che ci spetta, noi proponiamo come soluzione gli autobus gratis? Non ci posso credere”.
In Parlamento la continuità territoriale è d’attualità.
“Senta, io so come vanno queste cose. L’ho sperimentato sulla mia pelle”.
Ce ne parli.
“Nel novembre 2015 leggo un’agenzia di stampa che riporta una dichiarazione dell’ex premier Matteo Renzi che promette 30 milioni di euro per la continuità territoriale in Sardegna. Così preparo un emendamento alla Legge di Stabilità, uguale a quello del governo, ma rivolto alla Sicilia. Poiché la nostra condizione di insularità è meno grave rispetto a quella sarda, mi dicono che possono stanziarne venti. Non che fossero sufficienti, ma è un punto di partenza…”.
Poi che succede?
“Comincia la guerra dei “brontosauri”. Aspetta di qua, aspetta di là, forse si può fare, adesso vediamo… Insomma, le solite cose. Intanto, apprendo che i fondi stanziati dallo Stato per la continuità territoriale vengono gestiti dalla Regione; e che la Regione deve presentare un progetto di rotte sociali all’Unione Europea, rispettando alcuni criteri. Questo tipo di intervento economico, infatti, subentra per le infrastrutture che hanno difficoltà a svilupparsi a causa della condizione di insularità e dei costi eccessivi, e che pertanto serve a dare respiro sia ai residenti che all’infrastruttura stessa. Viene posto un limite anche sul numero di passeggeri: non si possono superare le 500 mila unità l’anno. Osservati questi paletti e ottenuto il via libera, l’UE prepara i bandi a cui partecipano le compagnie aeree”.
Piccolo excursus. Catania e Palermo, insieme, hanno circa venti milioni di passeggeri l’anno. Eppure Italia Viva ha esultato per l’approvazione di un emendamento in commissione Bilancio, al Senato, che accoglie la proposta di continuità territoriale per gli scali di Fontanarossa e Punta Raisi.
“E io qui volevo arrivare… In Sicilia gli aeroporti che possono usufruire delle rotte sociali sono Comiso, Trapani, Pantelleria e Lampedusa. Anche il “Pio La Torre” di Comiso, che ha superato di poco i 500 mila passeggeri, ha avuto problemi a Bruxelles per il riconoscimento della continuità territoriale. Per fortuna sembra tutto superato”.
Comiso e Trapani, infatti, da marzo beneficeranno delle tariffe agevolate. Ma torniamo al suo emendamento. Che fine hanno fatto quei 20 milioni?
“Lei non ci crederà, ma a distanza di quasi quattro anni la Regione non ha ancora pubblicato il bando. Non so il perché. Forse non è piaciuto il fatto che siano destinati agli aeroporti minori. Ma devono farsene una ragione. L’aeroporto di Catania è tarato per 7,5 milioni di passeggeri l’anno, ne fa 11 milioni e già soffoca. Non potrà mai ottenere la continuità territoriale. Mica lo decido io…”.
Come si fa a spenderli?
“Aspetti, c’è un’altra cosa. All’inizio erano venti milioni, ma sa cos’è ha fatto il governo Crocetta con l’assessore dell’epoca, Giovanni Pistorio, e con la complicità colpevole del presidente dell’Enac, Vito Riggio? Presero cinque milioni e li utilizzarono in modo del tutto abusivo – politicamente parlando – per finanziarsi gli aerei scontati da Palermo a Pantelleria. Hanno disatteso la ratio dell’emendamento, in cui si diceva di abbattere il costo delle tariffe aeree da e per la Sicilia”.
E gli altri quindici?
“Sono ancora là, fermi. E il tempo scorre. Che senso ha – mi riferisco al viceministro Cancelleri – inventare formule stravaganti, applicare sconti del 30-40% per alcune categorie, stanziare venti o trenta milioni, quando ce ne sono altri quindici che giacciono lì da quasi quattro anni? E basta parlare della continuità territoriale per Palermo e Catania: non si può fare. Non si può bypassare la normativa europea. Che aiuti di Stato dai a Fontanarossa che è un aeroporto ricchissimo e sempre in utile? Come lo giustifichi? Smettiamola di illudere la gente”.
Quale alternativa suggerisce?
“Di certo non quella degli autobus. Siamo arrivati a chiedere l’elemosina e poi ci sorprendiamo se la gente è stanca della politica… E’ così che immaginiamo il futuro della nostra terra? Con gli autobus? Questo è il motivo che mi ha portato a scegliere la Lega. Noi siciliani dovremmo solo copiare ciò che ha fatto il partito di Salvini nelle Regioni del Nord, che governa in maniera virtuosa da decenni. Se in Lombardia non perde mai, ci sarà un motivo”.
E con la continuità territoriale come la mettiamo?
“In questi giorni ne parlano tutti, ma una proposta concreta ancora non l’ho vista. La continuità territoriale prevede voli scontati rispetto al prezzo medio dei biglietti, non a quello attuale e totalmente fuori mercato. E deve valere per tutti i residenti. Non mi sembra che Cancelleri con queste tariffe sociali abbia le idee chiare. Inoltre demanda la sua proposta a decreti successivi che non si faranno mai. Per cui, i soldi verranno presi e destinati ad altro”.
Nella sua nota ha paragonato la Regione siciliana alle sabbie mobili.
“Non riescono a spendere i soldi che hanno in cassa, come i quindici milioni del mio emendamento, e ne chiedono degli altri. Questo è il vero problema della Sicilia. Fa bene Cancelleri a far stanziare trenta milioni, ma a che serve se poi li impantaniamo a Palermo? La Regione deve svegliarsi, e guarire questa burocrazia malata. Non voglio pensare che i problemi derivino da una mancanza di volontà politica, ma da un apparato burocratico troppo farraginoso. Cominciamo da lì, poi parliamo di continuità territoriale, fondi strutturali e tutto il resto… Inoltre, bisogna fare squadra con tutta la classe politica siciliana per andare a Roma, battere i pugni e ottenere quello che ci spetta. Altrimenti finirà che l’unica soluzione saranno gli autobus”.
E’ anche un problema culturale?
“Ma le pare normale che in Sicilia salutiamo con entusiasmo e foto di rito l’apertura di un cantiere di manutenzione su un’autostrada vecchia di trent’anni (la Catania-Palermo), mentre nel resto d’Italia inaugurano le grandi opere? Gli interventi di manutenzione non possono rappresentare la cura per un malato terminale. Se non riusciamo a fare le cose, le ipotesi sono due: o è colpa è della politica, allora bisogna prenderne atto; oppure è colpa è dell’apparato burocratico, e la politica deve intervenire. La Sicilia deve lavorare per un progetto di crescita e di sviluppo, e non per la gestione delle emergenze e dell’ordinario”.
Ma c’è un’interlocuzione fra la deputazione siciliana di Camera e Senato e il governo della Regione?
“Non che io sappia”.