Dopo la direttiva del Ministero della Salute, l’Ufficio scolastico regionale ha diramato una circolare in cui invita tutto il personale della scuola – insegnanti, bidelli e amministrativi – a sottoporsi al test sierologico prima del ritorno in classe, fissato per il 14 settembre. Ma non mancano gli interrogativi. Già nelle scorse ore numerosi presidi si sono messi in contatto con le Asp e i medici di famiglia per ricevere informazioni chiave su come procedere: ma dall’altra parte della cornetta regnava l’imbarazzo. Molti, infatti, sono ancora sprovvisti dei kit per eseguire il sierologico. E talvolta l’Asp non ha nemmeno comunicato i nomi dei medici che aderiscono all’iniziativa. I test non sono obbligatori, ma gli insegnanti sono stati invitati “caldamente” a farlo per offrire una sponda alla riapertura in sicurezza. In queste condizioni, però, appare tutto più difficile. La Regione, fra l’altro, è quella che esegue il minor numero di tamponi rispetto alla media nazionale.
In Sicilia, come riferito da Repubblica, i numeri degli interessati sono enormi: 85 mila docenti, 831 dirigenti scolastici, quasi 20 mila tra bidelli, tecnici e amministrativi. Oltre 100 mila unità di personale che da domani potrebbero chiedere ai medici di famiglia di attivarsi. La Sicilia arriva a questo appuntamento impreparata: altre Regioni, come la Campania, Veneto e la Lombardia, hanno istituito task-force dedicata al personale della scuola. In Sicilia una task force esiste pure, ed è guidata da Adelfio Elio Cardinale, ma non si è mai pronunciata sulla somministrazione dei sierologici rispetto al personale scolastico. Che pertanto brancola nel buio.