Marco Falcone pensava con la propria testa quando Forza Italia era nelle mani di Gianfranco Miccichè e ha continuato a usare il cervello anche dopo che il feudo siciliano è stato assegnato da Berlusconi a Renato Schifani. Ma la coerenza conta poco in un Palazzo d’Orleans popolato da bulli e mezzecalzette particolarmente attive nel bacio della pantofola. E Falcone ha pagato il suo prezzo. Appena si è insediato all’assessorato dell’Economia si è visto strappare la delega alla Programmazione: il governatore aveva deciso di cedere quei poteri a un avvocato d’affari la cui storia politica e professionale pone una questione morale di dimensioni stratosferiche. Falcone ha incassato. Ma sabato a Taormina, giocando di sponda con Antonio Tajani e Caterina Chinnici, ha isolato Schifani e lo ha costretto a rimangiarsi l’alleanza con Totò Cuffaro. Una scoppola da applauso.
Giuseppe Sottile
in Operette immorali
La scoppola di Taormina alla spocchia di Schifani
antonio tajanicaterina chinnicimarco falconerenato schifani
-
Articoli Correlati
-
Palermo, cade il veto FdI
Aeroporto, rientra RiggioBeata ragionevolezza. E beata la capacità, che ogni tanto la politica ritrova, di guardare agli…
-
C’è aria di festa
nel retrobottegaProvate e tendere l’orecchio verso Palazzo d’Orleans. Capirete, dalla musica e dal fracasso, che nel…
-
Il dritto e il rovescio
di uno spot di SchifaniDopo la giravolta sull’autonomia differenziata e la capriola sulla riconferma di Marco Betta al vertice…