“La sanità deve essere un’ossessione per chiunque ha responsabilità politiche e istituzionali”. Il vicepresidente della Camera dei Deputati, Giorgio Mulé, torna a parlare di sanità dalle colonne del Giornale di Sicilia. Il “piano di rientro”, che tiene al guinzaglio l’Isola e impedisce la corsa agli investimenti, si sta rivelando un duro colpo soprattutto per le strutture convenzionate, che – con l’entrata in vigore del nuovo nomenclatore tariffario di Schillac – potrebbero licenziare o rinunciare a erogare delle prestazioni ai cittadini. Il governatore Schifani ha promesso di muoversi a stretto giro per “trattare” con Roma la fuoriuscita da questo vincolo che si abbatte sulla Regione dal 2007, e impedisce, nella fattispecie, di andare a coprire i tagli imposti da Roma ai convenzionati: “Sono felice che, con onestà, il presidente Schifani colga la tensione di dover fare di più e meglio quando oggi dice che “occorre un cambio di passo, anche nella sanità”, perché sa che intorno a lui ci si è occupati più di creare o conservare posti di potere, piuttosto che pensare ai posti letto”, dichiara ancora Mulè.

“Non è normale – aggiunge il forzista – che una paziente della provincia di Trapani oggi stia lottando per la vita, per aver dovuto attendere otto mesi per il risultato di un esame istologico. Nel frattempo un tumore l’ha devastata. Nella stessa situazione ci sono migliaia di persone. Per non parlare delle strutture riabilitative per disabili psico-fisico-sensoriali, delle comunità terapeutiche assistite, delle residenze sanitarie assistenziali e dei centri diurni per soggetti autistici. Un settore delicatissimo. Piuttosto che agevolare le imprese siciliane, gli alti papaveri della sanità sono prossimi al loro sabotaggio. Ho dovuto far inserire nella legge sulla concorrenza un emendamento che le salva almeno fino al 2026. Ma così non va bene”.

Tornando al Piano di rientro, sarà un mese cruciale: l’assessorato alla Salute ha in agenda la revisione della rete ospedaliera (giovedì i 18 manager di Asp e aziende ospedaliere faranno il punto con i vertici dell’assessorato), ma deve anche concludere il potenziamento della medicina territoriale (su cui pesa il rispetto dei tempi di completamento delle opere finanziate dal Pnrr, per le Case di Comunità la deadline è marzo 2026). Infine, come si legge su ‘La Sicilia’, occorre recuperare i pesanti ritardi sulla prevenzione, area in cui l’Isola, secondo i dati del ministero, è terzultima a livello nazionale. E se da un lato Schifani ha cominciato un’interlocuzione con i due ministeri interessati (Economia e Salute), dal punto di vista tecnico è sceso in campo Salvatore Iacolino, direttore della Pianificazione strategica, che in queste ore è impegnato nella definizione del Pocs, il Programma operativo di consolidamento e sviluppo per il biennio 2025/27. Si tratta del principale dossier di aggiornamento della Regione rispetto al piano di rientro dal disavanzo. Uno strumento utile a dimostrare al Ministero lo stato di salute della sanità siciliana.