Quando ha brigato per rimetterla in sella, Schifani credeva probabilmente di utilizzare l’Asp di Palermo per guadagnare consensi e incrementare il suo misero pacchetto di voti. Ma non tutte le ciambelle (del sottogoverno) riescono col buco. Daniela Faraoni – confermata, contro merito e logica, al vertice della sanità palermitana – si rivela giorno dopo giorno un disastro: l’ultimo “mensile” ai convenzionati è stato pagato nel dicembre 2023. Seguono sei mesi di buco nero che per ambulatori e laboratori significa rasentare il fallimento. Certo, la responsabilità operativa è della Asp che, pur avendo i soldi a disposizione, non riesce a contabilizzare le somme da corrispondere a ogni singola struttura. Ma la responsabilità politica è solo e soltanto del presidente della Regione. La Faraoni è stato, anche da un punto di vista elettorale, un azzardo controproducente.