Al grande abbraccio riservatogli da Palermo, in una giornata scandita da emozioni e impossibile da dimenticare, papa Francesco ha replicato con tanti piccoli abbracci, e qualche carezza. Seminati lungo il percorso della sua visita, spesso a favore dei più bisognosi (oltre che dei bambini). La visita alla comunità di Biagio Conte, in via Decollati, è stato un tuffo vero e proprio nei problemi di un mondo difficile da consolare, fatto di “ultimi”. In circa 160 hanno partecipato al pranzo nel refettorio della Missione, che da giorni si prodigava nella preparazione dell’evento. Un pasto frugale e apprezzato – fatto di insalata di riso, tabulè, pane e olio e pasticcini – frutto dell’impegno di una comunità che merita una chance. Che la cerca ogni giorno.
Francesco, seduto lì al loro fianco (come testimoniano le foto) è l’esempio più umile di vita insieme, di integrazione, di comprensione. Parole che oggi risuonano sinistre in un mondo e in un Paese che hanno smarrito il desiderio dell’accoglienza. Francesco ha sollevato una bambina che pranzava con mamma e papà, ha dispensato parole di conforto, ha pregato coi poveri e gli emarginati. E poi, quel fantastico abbraccio con Biagio Conte, ha sancito la riunione della chiesa. Due uomini molto diversi, ma simili nell’animo. “Una società che lascia indietro i deboli non è una buona società. I sacrifici fatti in 30 anni di operato – ha spiegato Conte – vengono ricompensati dall’attenzione del Papa. Io spero che ci sia un mondo migliore, ma bisogna darsi da fare. Ho scritto e consegnato una lettera a Francesco, ne è rimasto colpito”.