Non è certo un momento magico per Ignazio La Russa, presidente del Senato e a lungo ‘controllore’ della politica siciliana. E’ stato lui a scegliere Renato Schifani per la presidenza della Regione, vendicando l’astio di Micciché per il suo amico Musumeci. Ma oggi il tema è un altro: l’accusa di stupro piovuta sul terzogenito di La Russa, Leonardo detto Apaches, che ha provocato la reazione scomposta del padre. Subito rintuzzata da Schlein: “Al di là delle responsabilità del figlio, che sta alla magistratura chiarire, è disgustoso sentire dalla seconda carica dello Stato parole che ancora una volta vogliono minare la credibilità delle donne che denunciano una violenza sessuale a seconda di quanto tempo ci mettono, o sull’eventuale assunzione di alcol o droghe, come se questo facesse presumere automaticamente il loro consenso”.
La ragazza che ha deciso di denunciare La Russa jr ha ammesso di aver fatto uso di cocaina, di essere andata a una festa e di essersi ritrovata nel letto di lui, nuda, l’indomani a mezzogiorno. Uscendo dalla stanza, era metà maggio, avrebbe incrociato anche il presidente del Senato, che però l’avrebbe vista tranquilla. Fin qui il (breve) riassunto. Ma oltre alle parole di Schlein, dettate alle agenzie da Palermo, c’è un altro parere illustre che rischia di complicargli la vita. E’ quello del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che in questi giorni si trova in Paraguay per una visita istituzionale. E’ Dagospia a riportare l’irritazione del Capo dello Stato “dopo aver letto le varie dichiarazioni rilasciate alla stampa del presidente del Senato. Non poteva credere – prosegue l’analisi – che la seconda carica dello Stato, colui che in caso di impedimento prende il suo posto ricoprendo anche la carica di Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, potesse interloquire con i giornalisti scrivendo, in difesa del rampollo, una folle nota in cui si mette in mezzo alle indagini: “Dopo averlo a lungo interrogato, ho la certezza che mio figlio Leonardo non abbia compiuto alcun atto penalmente rilevante”.
Ciò che non andrebbe a genio a Mattarella è che “‘Gnazio ha indossato i panni dell’avvocato del figlio Leonardo (un tipino che sui social ne spara di tutti i colori e dolori) e ha cominciato a impalcare la sua difesa, trasformandosi anche in giudice, sentenza compresa (…) Un presidente del Senato non può permettersi di dire alla stampa nient’altro che di essere “rispettoso del corso delle indagini condotte dalla magistratura”. Punto”.