“Lo scriva così come glielo dico: Gianni Riotta è un coglione”. Nella sua intervista a Tommaso Rodano, sul Fatto quotidiano, il filosofo ed ex sindaco di Venezia, Maurizio Cacciari, replica al giornalista di Repubblica che, un paio di giorni fa, lo aveva inserito fra gli amici di Putin. Di fronte al pensiero di Riotta, Cacciari trasecola: “Si è bevuto il cervello”. E argomenta: “Articolare un ragionamento, discernere, comprendere senza piangere né ridere – che è la regola di ogni buona filosofia – è diventato impossibile. In certi paesi si finisce in galera, in altri, se ci si avventura oltre l’opinione comune, ci si becca un Riotta. Malgrado sia completamente disperato, io continuo a cercare di farlo”. Sulla guerra: “Penso che Putin abbia commesso un errore strategico pazzesco. Una cosa è la Crimea o impostare una discussione in sede diplomatica sulle repubbliche indipendenti, un’altra cosa è questa tragica invasione in stile sovietico. Un errore colossale dal punto di vista politico e militare. Ci vuole niente che una bomba caschi in Polonia o abbattano per sbaglio un aereo della Nato. Magari questo atto sconsiderato nasce da una debolezza personale di Putin, ma è un’azione tremendamente pericolosa”. E ancora: “L’Ucraina va sostenuta senza se e senza ma. Nello stesso tempo però bisogna far capire alla Russia che si è pronti a sedere a un tavolo per risolvere le questioni controverse. L’Europa deve intervenire ora: serve una trattativa totale. Putin va fermato”.
Paolo Mandarà
in Il sabato del villaggio
La replica del filosofo: s’è bevuto il cervello
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