Musumeci ha preferito non mettere becco sulla richiesta – poi ritirata dai sindacati – del bonus da 10 euro per sbloccare ogni pratica della cassa integrazione in deroga (definendolo “un fuoco di paglia che riguardava solo alcune città”). Scavone ha spiegato che era poco più di un appunto, con la firma in calce dell’ormai ex direttore generale del Dipartimento al Lavoro, Giovanni Vindigni. Entrambi, senza buttare benzina sul fuoco, hanno ritenuto le sue dimissioni un gesto di “nobiltà”: “Una gran persona per bene, ma impreparato a gestire quell’incarico”. Ciò che emerge dall’operazione-verità del governo regionale, è così che l’ha chiamata l’assessore al Lavoro, sono almeno un paio di spunti: che la Regione sarà dotata di un attento sistema di informatizzazione non prima di 4-5 anni, e che tutto sommato poteva andare peggio. “E’ tutto il sistema che non funziona – ha spiegato Musumeci – Le Regioni stanno soffrendo nell’espletamento delle pratiche perché la procedura è particolarmente complessa. Basta sbagliare la trascrizione di una partita Iva o di un codice fiscale per mandare tutto all’aria. Eppure la Sicilia, uscita a testa alta dall’emergenza sanitaria, diventa il tema preferito di iene e sciacalli. Se ci fossero stati i morti per le strade, il tema della cassa integrazione sarebbe passato in secondo piano”.
L’unico a pagare, per il momento, è stato un dirigente dalla pubblica amministrazione. Anche se Musumeci, che tiene a bada l’istinto di sollevare altre polemiche, ha ammesso che “se qua c’è qualcuno dovrebbe dimettersi, quello sarei io. Ma il sazio non ve lo do”, ha replicato a un giornalista che chiedeva a Scavone se avesse considerato l’idea. All’inizio il governatore ha chiesto scusa “a tutti i lavoratori che attendono di poter riscuotere le risorse che loro spettano. Abbiamo ricevuto centinaia di lettere anche da parte dei loro figli, che hanno evidenziato lo stato d’ansia in cui vive la famiglia. Mi assumo la responsabilità politica di quello che è accaduto. Quando ci sono errori è il vertice che deve metterci la faccia, senza cercare alibi. Andrò fino in fondo per capire se c’è stata condotta dolosa nei ritardi per l’istruzione delle pratiche. Se c’è stata, qualcuno pagherà”.
I tecnici dei centri per l’impiego al momento sono al riparo dalle critiche: “Non si sono mai risparmiati. Hanno lavorato i sabati, le domeniche, il 25 aprile e il primo maggio. E non hanno chiesto un euro” ha spiegato Scavone. Le perplessità, invece, sono rivolte a chi ha tirato su la piattaforma informatica e la sta gestendo. Musumeci resta spiazzato quando scopre che la ETT è la stessa società, contrattualizzata dalla Regione per i prossimi sette mesi, che fece scoppiare il caos attorno ai click-day di Crocetta: “Io mi sarei affidato al libero mercato, ma questa è una situazione d’urgenza e non potevamo fare diversamente. Stiamo pensando a una riforma di Sicilia Digitale per evitare, in futuro, di affidarci ad altre consulenze esterne”, spiega il presidente della Regione. “L’abbiamo trovata che era una scatola vuota, abbiamo nominato un nuovo Cda. Purtroppo era stata concepita per favorire l’amico del giaguaro. Magari la accorperemo ad altre partecipate”.
Nel frattempo la situazione sembra rientrare: “Adesso la piattaforma, che abbiamo modificato in corsa d’opera, consente di accettare più pratiche contemporaneamente. E non una alla volta come all’inizio. Motivo per cui abbiamo già trattato 27.400 domande su 40 mila. In teoria ne abbiamo esitate oltre il 50%. Ovviamente l’Inps, prima di erogare le somme, ha bisogno di qualche giorno per le dovute verifiche. Contiamo di chiudere entro la settimana prossima”. Scavone raffredda gli entusiasmi (“Ne servono almeno un paio”) ma spiega che “negli ultimi due giorni, il 5 e il 6 maggio, abbiamo inoltrato 6.500 domande, grazie alla decretazione multipla e alla ripulitura dei file”. Ma i dati sul sito dell’istituto di previdenza sociale raccontano un’altra verità (4.900 pratiche autorizzate sulle 5.700 decretate dalla Regione).
Ai vertici del dipartimento al Lavoro, nel frattempo, si è già insediato il ragioniere generale Giovanni Bologna, “un uomo con 35 anni d’esperienza”. “Siamo ottimisti – ha sentenziato Musumeci – Mentre le formiche lavorano in silenzio, ci sono le cicale su un albero che si mettono a cantare”. Nel corso della conferenza stampa, inoltre, è stato approfondito anche il tema dei cento milioni per l’assistenza alimentare. Musumeci ha spiegato che 320 comuni su 390 hanno firmato l’atto di adesione, “per gli altri bisognerebbe chiedere ai sindaci. Mi auguro che non ne abbiano bisogno”. In realtà è assai difficile la procedura di rendicontazione, che segue la normativa comunitaria. E spesso i comuni – per il momento sono fuori dal lotto anche Palermo e Trapani – non hanno le risorse umane per provvedere: “Abbiamo creato una task force per assisterli. Nei prossimi giorni uscirà una circolare che fornirà ai sindaci le dovute indicazioni per erogare i soldi. Si tratta di una procedura semplificata”. Alla fine il messaggio è che la Regione ha fatto e sta facendo il possibile. Ma dando un’occhiata ai commenti che inondano la diretta Facebook di Musumeci e Scavone, i siciliani non sembrano così d’accordo.
De Luca (M5s): da Musumeci numeri fasulli
“Abbiamo l’impressione che Musumeci stia giocando con le parole per salvare la faccia del suo governo. Il presidente parla di circa 27 mila pratiche trattate, che sono ben altra cosa rispetto a quelle decretate e trasmesse all’INPS per essere liquidate, che mi risultano essere circa 7910. Speriamo, nel comune interesse e, soprattutto, per le decine e decine di migliaia di famiglie in grandissima difficoltà, che si cambi finalmente marcia e si proceda spediti verso il traguardo. Si eviti, però, nel frattempo, di creare illusioni”. Lo afferma Antonio De Luca, il deputato M5S all’Ars, primo firmatario della mozione di censura all’assessore del Lavoro Scavone, depositata ieri a palazzo dei Normanni, per la cui celere calendarizzazione il parlamentare fa appello al presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Miccichè. Intanto il Movimento 5 stelle vuole andare a fondo della “vergognosa” vicenda del bonus di 10 euro a pratica di cassa integrazione trattata. Martedì, su richiesta del deputato 5 stelle Giovanni Di Caro, se ne parlerà in V commissione all’Ars, nel corso di un’audizione, cui sono stati convocati gli assessori Scavone e Grasso e i rappresentanti di 5 sigle sindacali. “Musumeci – afferma Di Caro – dice che il bonus da 10 euro è stato solo un fuoco di paglia? Ora è facile parlare in questi termini, ci chiediamo, però, cosa sarebbe successo se non fosse scoppiato un caso mediatico su questa vicenda, sui cui si deve andare assolutamente a fondo”.