La Regione mette una pezza sul Pnrr

Qualche spiraglio per il recupero dei 31 progetti relativi alle opere irrigue, già bocciati dal Ministero dell’Agricoltura. Mentre sulla Sicilia piovono circa 400 milioni del Pnrr per il finanziamento dei piani di rigenerazione urbana. Il più importante lo ha redatto il Comune di Messina: prevede la realizzazione di alloggi, asili nido, aree verdi, sistemi fognari, parcheggi e impianti ad alto rendimento energetico nell’area di Bisconte-Catarratti. Quello elaborato dagli uffici del sindaco Cateno De Luca è stato considerato uno dei progetti pilota più importanti, e, di conseguenza, immediatamente finanziabili (per 99 milioni). A Palermo, invece, verrà finanziata la realizzazione di un asilo nido per 30 bambini allo Sperone e la riqualificazione dell’area fra il mercato di Ballarò e quello dell’Albergheria, attraverso il recupero di alcuni immobili fatiscenti. Sono 22, in totale, i progetti siciliani ‘vincenti’. Per una volta.

Qualcosa, a livello di interlocuzione, si muove sul fronte delle infrastrutture irrigue. Il Ministero delle Politiche Agricole, per alcuni vizi di carattere procedurale, aveva bocciato tutti i progetti presentati dai Consorzi ci bonifica siciliani, relativi a dighe e invasi. Ma ieri, dopo aver riferito all’aula di Sala d’Ercole, l’assessore al ramo Toni Scilla ha incontrato a Roma il ministro competente, Stefano Patuanelli. “L’incontro – ha dichiarato Scilla in conclusione – ci ha permesso di appurare che alcuni progetti presentati dai Consorzi potrebbero essere ammissibili a finanziamento a carico dei fondi del Pnrr, ma solo a seguito di una istruttoria di emergenza sugli elaborati progettati e allegati. Seguirà una interlocuzione specifica con il Ministero affinché si possa definire la questione. Ringrazio il ministro per la sensibilità dimostrata nei confronti di un settore cardine dell’economia della nostra Isola”.

Il governo matrigno, alla fine, ha rivelato anche dei tratti umani. Immediato apprezzamento da parte dei deputati del M5s all’Ars: “Ringraziamo il ministro Patuanelli per non aver chiuso le porte in faccia alla Sicilia ed essersi impegnato a battere, in collaborazione con la Regione, tutte le strade possibili per salvare il finanziamento almeno di qualche progetto in fase molto avanzata tra quelli del Pnrr recentemente bocciati. La bocciatura della totalità dei progetti irrigui mandati a Roma dalla Sicilia – si legge nella nota dei parlamentari grillini – non avrebbe fatto altro che allargare il gap di sviluppo, già enorme, tra Nord e Sud. Ci auguriamo che ora la Sicilia presti molta più attenzione nella fase istruttoria dei progetti. Ci auguriamo soprattutto che la severa batosta ricevuta dalla Regione serva da lezione per mettere al riparo la Sicilia nell’immediato futuro da altri gravissimi scivoloni sul fondamentale terreno della progettazione per il Pnrr”.

Sul fronte della programmazione comunitaria 21-27, inoltre, il presidente Musumeci ha tenuto ieri a battesimo le sigle sindacali: “Nei prossimi giorni – ha comunicato il governatore – attiveremo un fondo di progettazione da 15 milioni di euro a favore dei Comuni e delle ex Province. Uno strumento per favorire la redazione dei progetti in vista della nuova programmazione comunitaria 2021-2027 e delle risorse residue del Pnrr non impegnate da Roma. Faremo fronte, così, alla carenza di risorse interne negli uffici tecnici degli enti locali. Cominceremo dal settore idrico e irriguo perché il tema dell’acqua per noi è serissimo. Stiamo lavorando – ha aggiunto Musumeci – per fare finalmente comprendere al governo nazionale che gli interventi che ha inserito nel Pnrr, rispolverando vecchi progetti senza averli concordati con le Regioni, non coincidono con il nostro elenco delle priorità. A noi resteranno a disposizione solo poche risorse, ma vorremmo definirle grazie a un percorso comune con sindacati e istituzioni e attraverso un confronto vero con il governo centrale. Non nascondo – ha concluso il governatore – la fondatezza dei timori sulle capacità progettuali della Regione e dei vari enti locali. Non facciamo concorsi dal ’91 e se avessimo avuto i progettisti avremmo speso sino all’ultimo euro della programmazione precedente, che abbiamo trovato già definita ma senza progetti. Però non ci arrendiamo”.

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