Sua Maestà il Viceré e i cortigiani che abitano ai piani alti di Palazzo d’Orleans hanno affrontato la siccità con un’intima ma indicibile certezza: che in autunno le piogge avrebbero riempito gli invasi e che l’emergenza, grazie al cielo, sarebbe andata a farsi benedire. Una teoria levantina; o, se preferite, gattopardesca: fondata cioè sulle parole di don Fabrizio, principe di Salina, secondo il quale “la sublime normalità dell’universo” finisce per sanare i capricci malevoli della natura. Ma l’autunno del 2024 è stato, per la Sicilia, più secco e feroce dell’estate. Le dighe sono vuote; le province di Enna, Caltanissetta e Agrigento tentano con ogni mezzo di accaparrarsi le ultime gocce e il governo della Regione si ritrova con le spalle nude. Non ci sono nemmeno le autobotti con le quali fronteggiare la disperazione della gente. Forse ci salverà l’esercito.