Quella siciliana è una Regione immacolata. Perfetta. Che funziona a meraviglia. E’ quanto emerge dalla valutazione della performance relativa al 2019, che la giunta ha approvato. Chissà con quale convinzione. Dopo che Musumeci ha attaccato l’80% dei dipendenti regionali, affermando che si grattano la pancia e non servono a nulla; dopo aver avviato una riqualificazione dei burocrati, necessaria per rendere il personale più “digitale” e al passo coi tempi; dopo aver provato in ogni modo, all’Ars, a snellire le istruttorie con leggine ad hoc, dalle pagelle di fine anno emerge che, in fondo, non va poi così male.
La valutazione media della performance di assessorati e dipartimenti, infatti, arriva al 94,6%. Questo vuol dire che tutti (o quasi) gli obiettivi prefissati all’inizio dello scorso anno, sono stati raggiunti. Ma a dirlo sono i medesimi protagonisti delle vicende che nei mesi hanno paralizzato la Regione (anche se il riferimento temporale è diverso, il succo della questione non cambia). Facile notare come dirigenti e dipendenti del Dipartimento al Lavoro, nella cui melassa sono rimasti impigliati i soldi della Cassa integrazione in deroga, dicano (nel 2019) di aver raggiunto l’88% dell’efficienza. Anche quelli del Territorio, hanno mantenuto gli impegni al 100%. Non solo per il lavoro instancabile dell’Autorità di bacino del distretto idrografico (contro le alluvioni), ma persino sul contrasto agli incendi. Gli uffici dell’assessorato alla Salute, prima del Covid, sono stati esemplari nella revisione della rete ospedaliera, nel potenziamento dei servizi di prevenzione e nell’efficientamento dei pronto soccorso. Ma anche l’ammodernamento della rete stradale è andato di pari passo con le aspettative: il 100% di valutazione, però, coincide con un reale miglioramento delle infrastrutture viarie?
Applausi scroscianti per quanto riguarda la digitalizzazione dell’amministrazione regionale, che ha fatto segnare il 92% degli obiettivi raggiunti. L’Amministrazione ha fallito in parte solo sulla riforma delle Ipab (50%) e sulla prevenzione dell’emarginazione sociale e della povertà (raggiunto “appena” il 63% degli obiettivi). Persino in materia dei rifiuti, l’adeguamento del piano – che il Ministero dell’Ambiente, proprio nel 2019, ha respinto con perdite – ha raggiunto un grado di soddisfazione del 70%. Le autovalutazioni non fanno scattare remunerazioni aggiuntive. E sono parzialmente incomplete (è stata valutata soltanto la metà dei dirigenti, e poco più di 7 mila funzionari su quasi 12 mila). Inoltre, dopo l’approvazione del governo, serve un passaggio con l’Oiv (l’organismo indipendente di valutazione).
Ma tutto ciò non basta a mascherare un certo imbarazzo da parte del governo: “Non è una promozione in massa né una valutazione dei dirigenti – ha specificato l’assessore Bernadette Grasso, al Giornale di Sicilia -. È stato semplicemente misurato il raggiungimento, o meno, degli obiettivi che erano stati dati in precedenza. E in ogni caso, non è più come in passato che veniva dato il 100 per cento a pioggia. Non è detto che nella fase successiva, i dirigenti otterranno il premio di risultato così come accaduto per alcuni nel 2018. Ma c’è qualcosa da cambiare e stiamo lavorando per farlo”.