Manco a dirlo, glielo aveva suggerito il Balilla: “Abbiamo fatto trenta, facciamo trentuno”. Giorgia Meloni aveva elevato agli altari Nello Musumeci e aveva appena beatificato l’eroico e operoso governo di Sicilia. A quel punto, perché non cantare anche un inno di gloria al Bullo, che ogni giorno sparge su Palazzo d’Orleans tanta luce di saggezza? E perché non intonare un’ode di riconoscenza anche al Corazziere che in momento di cieca e assoluta devozione al proprio Presidente e alla propria moglie aveva invaso un territorio di Santa Romana Chiesa? L’impresa, in quel di Troina, collegio elettorale della sua sposa, non andò purtroppo a buon fine: i reverendi canonici dell’Oasi ebbero vergogna di tanto zelo clientelare e rovinarono la festa. Ma tu, Giorgia, abbi coraggio: regala un’aureola di santità anche al Bullo e al Corazziere. Hai fatto trenta, fai trentuno.
Giuseppe Sottile
in Operette immorali
La preghiera della Sicilia alla Giorgia dei miracoli
giorgia meloninello musumeci
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