La politica occupa i teatri, che Dio salvi almeno il Massimo

Ester Bonafede, ex assessore

Il teatro Biondo, prestigioso tempio della cultura palermitana, è stato assegnato dalla politica a Valerio Santoro, un attore felice e sconosciuto, almeno da queste parti. Dell’Orchestra sinfonica non parla più nessuno: dopo la disfatta di Andrea Peria, un pagnottista nominato sovrintendente da Schifani, il potere è nelle mani di un commissario. E lì rimarrà per altri sei mesi. Non resta che sperare nel Teatro Massimo. La riconferma di Marco Betta alla sovrintendenza sembrava cosa fatta: c’era l’impegno del sindaco di Palermo, Roberto Lagalla; c’era l’adesione, non si sa quanto sincera e non si sa quanto convinta, del presidente della Regione che intanto chiedeva, come contropartita, di mettere il cappello sull’aeroporto di Punta Raisi; e c’era la disponibilità del ministro della Cultura, Alessandro Giuli, ad affrontare la questione senza pregiudizi e soprattutto senza dare peso al fatto che Betta fosse stato nominato quattro anni fa, al vertice del Massimo, da Leoluca Orlando: voleva solo valutare se le competenze manageriali di Betta fossero pari alle sue conoscenze nel vasto mondo della musica. Ma, nonostante le beneauguranti convergenze – che, intanto, hanno finito per spazzare via ogni pretesa di egemonia culturale – la partita è ancora aperta. Stenta a chiudersi. Marco Betta, a quanto pare, dovrà fare i conti con Ester Bonafede. La quale, oltre a contare sul patrocinio di Matteo Salvini, – ha portato oltre ottomila voti alla lista della Lega per le europee – vanta titoli ed esperienza difficili da sottovalutare: è stata, assessore regionale, sovrintendente dell’Orchestra Sinfonica e di Taormina Arte. Che farà la politica? Riusciranno i nostri eroi a salvare un grande teatro e pure la faccia?

Giuseppe Maria Del Basto :

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