L’ultima campagna l’ha pensata Manlio Messina in persona. Il vicecapogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera ed ex assessore regionale al Turismo, passato alla storia per aver consacrato la Sicilia sull’altare di Cannes e per aver investito oltre 24 milioni del programma SeeSicily in iniziative legate alla “comunicazione”, proporrà alla ministra Daniela Santanché, quella di Open Meraviglia, di “sostenere la città di Catania e il suo hinterland con una campagna mediatica che chiarisca come gli eventi legati all’Etna non siano catastrofici, come a volte appare su certi quotidiani, anche esteri”.

Continua la battaglia (verbale), quindi, tra Sicilia e Resto del Mondo, dopo che Renato Schifani, per contrastare le “fake news” sulla siccità di alcuni giornali stranieri – come il New York Times – aveva pensato a un processo di controinformazione allo scopo di ripristinare la verità dei fatti (costerà quasi 800 mila euro). Ma quale verità? E quali fatti? Schifani non lo chiarisce. Eppure ogni emergenza che il cuore di questa terra martoriata sprigiona, diventa occasione per spargere moneta alle agenzie di comunicazione e/o marketing. Sta accadendo persino con i roghi, i cui effetti nefasti si misurano sempre alla distanza: il Comando del Corpo Forestale della Regione ha liberato poco meno di un milione per la “responsabilizzazione dei cittadini in tema di prevenzione e controllo del rischio di incendi boschivi”. Soldi assegnati dal Ministero delle Politiche Agricole nel 2022, utili alla Strategia Forestale Nazionale e impiegati dalla Regione su tre diverse direttrici: una campagna di comunicazione (per un costo omnicomprensivo presunto di 315 mila euro); un road show itinerante (315 mila euro); e iniziative specifiche per le aree boschive (204 mila euro).

La Regione vorrebbe archiviare le emergenze a furia di decreti. E di soldi pubblici. Ma non per intervenire a monte sui problemi che, poi, finiscono per incancrenirsi (gli invasi a secco, le condotte colabrodo, i dissalatori fuori uso, la prevenzione boschiva, la realizzazione degli impianti per lo smaltimento dei rifiuti); bensì per dare ai turisti la sensazione che in Sicilia, al netto delle mille sciagure, si può venire tranquillamente e quasi bendati. Perché la cenere dell’Etna non vi lambirà neppure; la siccità vale solo nelle abitazioni e nei campi, e mai negli alberghi; e i roghi si sviluppano altrove. Da qui le numerose iniziative del governo, protocollate dal metodo Balilla.

La prima scintilla l’ha innescata Renato Schifani. Un recente articolo di Repubblica racconta l’evoluzione della campagna mediatica con cui il presidente della Regione cercherà di contrastare le “fake news” prodotte dai quotidiani stranieri che hanno la “colpa” di raccontare cosa sta accadendo in Sicilia. Ce ne fosse uno che abbia letto fino in fondo l’articolo del New York Times (con intervista annessa di Salvo Cocina, capo della Protezione civile)… Niente. L’unico, strenuo tentativo è accaparrarsi il contingente di turisti americani che, sempre più numerosi, hanno iniziato a frequentare la nostra Isola dal meraviglioso successo della serie The White Lotus (ambientata a Taormina e senza alcun contributo da parte della Film Commission).

La crociata anti NYT è sancita da un paio di decreti: il primo prevede una spesa di 171.155 euro per una campagna digitale che ha lo scopo di “coprire full target di riferimento su Paesi europei ed extra europei” (da agosto a ottobre). Nel secondo documento si fa riferimento a una campagna che punti alla “destagionalizzazione turistica 2024”, per un impegno di 106.675 euro. In totale 277.830 euro nell’immediato, a cui si sommeranno ulteriori 500 mila euro inseriti nella manovra-ter approvata prima delle vacane estive a Sala d’Ercole, che a breve sarà pubblicata in Gazzetta Ufficiale. Complessivamente saranno investiti 777 mila euro: non per asserire che la siccità è un ricordo – non si farà alcun accenno alla pesante emergenza idrica che continua a prosciugare terreni e ambizioni – ma per tranquillizzare turisti e operatori. Ovviamente passerà qualche video anche nella centralissima Times Square di New York, così che qualcuno possa convincersi a fare una capatina last minute su Palermo (c’è il volo diretto e nessun vulcano che incombe). Ma la cosa strana è che la campagna ideata da Schifani, se tutto va bene, comincerà alla fine di agosto, con la stagione turistica in via di esaurimento. Forse un po’ tardino. A quel punto avrà anche ripreso a piovere (si spera).

Ma i bagordi, con le risorse pubbliche, non finiscono qui. Anche sul fronte incendi la Regione non perde tempo. Il decreto del 13 agosto porta la firma di un dirigente del Corpo Forestale e consiste nell’approvazione del primo degli interventi attuativi (per 315 mila euro) previsti dalla Strategia Forestale Nazionale. La Regione doveva solo scegliere le modalità per veicolare il messaggio rivolto ai cittadini e ha deciso di farlo mediante “trattativa diretta su piattaforma MePA, ai sensi dell’art. 62 co. 1 del Codice degli Appalti, in favore degli operatori economici e per gli importi massimi previsti”. Sono stati coinvolti diciotto diversi interlocutori: tra questi operatori di servizi a mezzo affissioni (come Impianti Pubblicitari Alessi e Damir, la società di Mirri, destinatari di 39 e 31 mila euro, al netto dell’Iva), a mezzo stampa (sia cartacea che online) e a mezzo social (persino le piattaforme Meta del signor Zuckerberg risultano destinatarie di un contributo da 19 mila euro). Il loro merito è stato quello di farsi trovare pronti e aderire all’ennesima campagna che avrà, senz’altro, sbocchi successivi (a partire dal road show itinerante), ma che andrebbe valutata – a bocce ferme – per gli effetti o le ricadute sull’opinione pubblica in tema di prevenzione antincendio.

Il modello-Balilla nel frattempo, ha attecchito. E la comunicazione, oggi come non mai, appare un salvagente per tutte le occasioni: utile a convincere i turisti a venire nell’Isola (più dei voucher di SeeSicily sui pernottamenti gratuiti, rimasti in pancia alle strutture alberghiere); e altrettanto utile ad alimentare il giro dei clientes, che di fronte alle cause più strazianti – come la siccità o gli incendi – corrono a dare manforte. A questo prezzo poi…