Non parlo per tutti gli imprenditori, degli altri non so nulla. Parlo per me.
A fine maggio una ragazza col part time mi chiede di passare full time dal primo giugno. Dico ok. Dopo qualche giorno si mette in malattia. È ancora in malattia. Comunica solo attraverso messaggi, manda i certificati medici su whatsapp. Ha avuto un afflato di vitalità quando mi ha comunicato che passerà – miracolo, può camminare!! – per ritirare la busta paga e firmare il contratto.
A un pasticciere ho fatto un contratto quindici giorni fa. Lavora quattro giorni, poi sparisce. Manda un messaggio vocale a una mia collaboratrice. Dice che va a lavorare da suo zio che gli dà 350 euro a settimana e gli consente contemporaneamente di prendere il reddito di cittadinanza. Non si vede da una settimana pur avendo un contratto. Dice che si dimetterà. Intanto lavora dallo zio.
Un altro, un rosticciere a cui scade il contratto oggi, mi ha messo l’aut aut. Tre giorni in regola e tre giorni in nero così prende pure il reddito di cittadinanza. O così o il contratto non lo vuole rinnovato.
Un ragazzo ha risposto alla mia richiesta di personale. Mi tartassava da settimane. Gli ho detto vieni lunedì e ci conosciamo. “Ok perfetto, alle nove sono da lei”. Lo sto ancora aspettando.
Potrei continuare ma diventerebbe un post lungo, noioso e ripetitivo. Prima di sparare nel mucchio informatevi, indagate. La gente non lavora perché è più comodo farsi arrivare i soldi a casa senza fare niente. Chi sostiene il contrario è in malafede o non conosce la realtà. Per parlare, per pontificare, per aprire bocca, bisogna avere esperienza. Se non avete esperienza diretta tacete. Tacete.
(tratto da Facebook)