L’amico Roberto Viscomi, noto avvocato di pervicace dandysmo, mi scrive un messaggio per chiedermi di intervenire con nettezza contro gli uomini che, in estate soprattutto ma talvolta, orrore, anche in inverno, indossano scarpe chiuse senza calze, indice a suo dire di povertà intellettuale e culturale, nessun gusto, scarsa capacità di discernimento visto l’altissimo numero di meravigliosi calzini che ci si può procurare con spesa contenuta.
Considerando le occupazioni attuali del nuovo esecutivo e la caccia al negher, mi pare un buon argomento per rilassarci un istante nel week end, per cui vorrei offrire il mio contributo alla causa dichiarando “senza se e senza ma”, come usa oggi, il mio totale apprezzamento per la caviglia maschile, quando meritevole, e sono certa che un buon numero di signore la pensi come me: in estate, soprattutto al mare, una bella caviglia sottile e nervosa che spunta da un pantalone di lino e va a tuffarsi in un mocassino leggero è piacevole come credo lo fosse quella di Carolina Otero e i suoi ammiratori della Belle Epoque. Ammettiamo implicitamente anche la presenza dei vituperati “fantasmini”, purché e appunto invisibili, per proteggere dorso e pianta del piede e non rovinare le scarpe. Caviglie grosse astenersi. Per loro, vanno sempre bene i calzini blu, lunghi si intende.