Sono giorni complessi per l’assessore regionale alle Attività Produttive, Mimmo Turano. Il parlamentare dell’Udc, ex presidente della provincia di Trapani, è finito dritto nell’inchiesta su corruzione e falso in atti pubblici che ha portato all’arresto dell’ingegnere capo del Genio Civile di Trapani. “Posso solo dire che nonostante l’amarezza per questa notizia sono molto sereno. Ma non dirò una parola in più su questa vicenda per rispetto del lavoro dei magistrati”.
Anche su un altro fronte, quello politico, Turano ha avuto il suo bel da fare. E’ stato, ad esempio, nel mirino del Movimento 5 Stelle, che ha contestato con forza la gestione dell’aeroporto di Trapani-Birgi e il tentativo di liquidare Airgest – la società di gestione che è anche una partecipata della Regione – in una fusione con Gesap, che gestisce invece lo scalo di Palermo. Turano, che conosce bene la materia, avendola trattata anche da presidente della Provincia, ha replicato via Facebook. E a freddo si focalizza su un concetto: “Dobbiamo avere tutti chiaro che l’aeroporto è una fortuna per questo territorio e dunque il futuro dello scalo è una responsabilità collettiva, in primis, dei territori che sarebbero i primi a beneficiare di una nuova crescita del Vincenzo Florio”.
Birgi, però, attraversa una fase delicata. L’apertura delle buste relative al bando sull’incremento dei flussi turistici, finanziato dalla Regione per 12,5 milioni, ha visto la partecipazione di appena due compagnie (Alitalia e Blu Air). Che hanno presentato offerte per tre destinazioni nazionali. Perché è crollato l’interesse nei confronti dello scalo? Altro che rilancio…
“Credo che sull’aeroporto di Trapani-Birgi ci siano due necessità impellenti: quella di evitare mistificazioni della realtà e quella di individuare un percorso che possa garantire un futuro allo scalo. Ho detto a più riprese in quest’ultimo periodo che non posso accettare attacchi alla Regione che è stato l’unico Ente ad investire, mentre né i comuni né il governo nazionale hanno messo un centesimo per sostenere l’aeroporto. Ho rilevato anche la disparità di trattamento per il Vincenzo Florio rispetto agli altri aeroporti italiani: non si può imporre a Trapani la gara mentre altrove si ricorre all’affidamento diretto. Queste cose le ho dette in diverse sedi perché non posso accettare che si confondano le acque e si attui un vergognoso scaricabarile sulle sorti dell’aeroporto. Oggi si parla di accordo con la Gesap, ma mi chiedo: chi deve portare avanti la trattativa? Solo la Regione?”.
Qualche giorno fa è nato Credinsicilia, il polo creditizio della Regione Sicilia. Quale sarà la sua funzione e come agevolerà le richieste delle imprese?
“L’obiettivo è quello di creare un unico interlocutore per chi fa già impresa nell’Isola e per chiunque voglia sviluppare un progetto imprenditoriale, con particolare attenzione al microcredito e agli investimenti legati allo sviluppo turistico e culturale. Il polo siciliano per lo sviluppo delle imprese, che mette insieme Regione, Mediocredito Centrale-Invitalia, Sace Group e Irfis-FinSicilia Spa, avrà due sedi a Palermo e a Catania, negli uffici della stessa Irfis-FinSicilia dove ci sarà un funzionario a disposizione che seguirà l’imprenditore passo passo per consigliare il miglior finanziamento in relazione all’idea. Inoltre è già attivo il numero verde 800050618 a disposizione degli imprenditori che hanno bisogno di tecnici in grado di sviluppare le idee imprenditoriali.
Costituisce un concorrente del sistema bancario privato?
“Non è una questione di concorrenza ma di sinergia per lo sviluppo. E’ sempre più urgente sfruttare al meglio tutti gli strumenti che abbiamo in campo ed integrarli tra di loro”.
Di recente avete investito 40 milioni sulla ricerca. Avete destinato queste somme all’Idmar, un laboratorio per monitorare fenomeni sismici e vulcanici nei mari dell’Isola, e all’Ismett, l’istituto per i trapianti di Palermo. Sembra quasi una rivoluzione copernicana per un Paese stantio come l’Italia.
“Con il Presidente Musumeci ci siamo preoccupati di finanziare due eccellenze scientifiche ritenute prioritarie dal Piano nazionale delle infrastrutture di ricerca del Miur e che hanno anche un evidente interesse pubblico: la prima struttura è importantissima nel campo del monitoraggio dei movimenti delle falde subacquee mentre con i nuovi laboratori Ismett vogliamo consegnare alla sanità siciliana uno strumento per essere veramente all’avanguardia nel campo delle prospettive terapeutiche. Mi piace pensare che questi due finanziamenti siano soltanto il primo passo di un graduale ritorno al centro della ricerca. Innovazione e ricerca sono due ingredienti indispensabili per lo sviluppo dell’Isola”.
Fra i provvedimenti più recenti del governo c’è lo sblocco dei prestiti a tasso agevolato da parte di Crias, per un totale di 17 milioni circa. Quali imprese torneranno a respirare?
“Si tratta di 681 imprese artigiane, per un importo totale di 17,1 milioni di euro, così suddivisi: 11 milioni di euro per il “credito di esercizio” (523 pratiche); 3,4 milioni di euro per “scorte in agricoltura” (120); 2,4 milioni di euro per “credito medio termine” (23); 374mila euro per “scorte alle imprese artigiane” (15)”.
A proposito di Crias. Come procede l’accorpamento con l’Ircac? Quando verrà completato il transito nel nuovo organismo che prenderà il nome di Irca?
“Proprio oggi abbiamo approvato in giunta lo schema di regolamento. Abbiamo atteso per anni la riforma del credito agevolato e ci siamo presi il tempo necessario per fare bene. Vogliamo consegnare alla Sicilia uno strumento efficace, al passo con i tempi e soprattutto in sintonia con il mondo produttivo”.
Passando alla politica. Qualche giorno fa è stato presentato nelle sale cinematografiche di tutta Italia il film di Ismaele La Vardera, che si candidò (per finta) alle ultime Amministrative di Palermo. L’ha visto? Come ne esce la politica siciliana?
“Non ho visto il film di La Vardera ma se avrò il tempo e la possibilità spero di recuperare. Mi ha colpito però il sottotitolo del documentario: ‘Italian politics for dummies’ cioè la politica italiana spiegata ai principianti. Ecco, io sono di quelli – forse pochi – che continuano a credere che la politica possa essere bella e nobile e per me questa è una semplificazione inaccettabile”.
Sabato scorso a Cefalù si è svolta una convention organizzata da Saverio Romano e dal suo Cantiere Popolare, da cui è venuta fuori l’immagine di un centrodestra unito verso le Europee: è un percorso che Lei sostiene? Ci sarà anche l’Udc?
“Già da tempo con il nostro segretario nazionale Lorenzo Cesa avevamo segnalato l’importanza per quanti in Italia si riconoscono nel Ppe di trovare un percorso unitario soprattutto in vista delle elezioni Europee dove ormai è evidente si confronteranno popolari e populisti. E noi dell’Udc siamo incontestabilmente tra i primi”.
Lunedì la maggioranza ha traballato in aula, con l’abbandono di sei deputati che ha fatto mancare il numero legale. Riemergono vecchi fantasmi o è un piccolo incidente di percorso che non si ripeterà?
“Guardi, il presidente Musumeci ha ribadito più volte che non abbiamo una maggioranza parlamentare, quindi non traballa e non scricchiola nulla. Però siccome sono un deputato di una certa esperienza, vorrei consigliare ai miei colleghi che la presenza in aula, oltre ad essere una responsabilità, è un preciso dovere politico non tanto nei confronti di questo governo ma dei siciliani che si aspettano tanto da noi”.