Alla fine la legge sul taglio dei vitalizi la portano a casa Forza Italia e il Pd. Cioè i due partiti che quella sforbiciata – non fosse stato per la minaccia incombente di un taglio ai trasferimenti regionali – non l’avrebbero neppure considerata. Al termine di un dibattito-fiume, con 38 voti favorevoli, un contrario e due astenuti (coi grillini che hanno sollevato i cartellini nel tentativo di far cadere il numero legale), l’Ars ha detto sì alla riduzione delle pensioni degli ex parlamentari , che consentiranno un risparmio netto di 2 milioni l’anno per un quinquennio. Come spiegato dal “dem” Antonello Cracolici (il relatore del disegno di legge), la riforma avrà il carattere della ragionevolezza e della provvisorietà e adotta una serie di criteri per evitare una pioggia di ricorsi, come già avvenuto alla Camera dei Deputati e al Senato.

Non sarà un taglio lineare del 9% (previsto, comunque, per la maggior parte degli assegni, quelli sotto i 37 mila euro), ma progressivo: l’emendamento voluto da Alessandro Aricò e da Diventerà Bellissima, infatti, prevede una riduzione del 14% per i vitalizi superiori a 37 mila euro e del 19% da 60 mila in su. Il taglio non si applicherà agli assegni che sono il doppio della pensione minima (mille euro). Cracolici, leggendo un documento dell’associazione degli ex parlamentari, aveva evidenziato come anche nelle altre Regioni il taglio abbia prodotto risparmi minimi.

Una conclusione inaccettabile per i Cinque Stelle, che avevano chiesto un ritorno in commissione (bocciato): “La classe politica continua a resistere al taglio dei privilegi. Oggi tutto il parlamento, con la sola eccezione del Movimento 5 Stelle e nell’assoluto silenzio di quei deputati che hanno votato a favore di un vero e proprio indecente capolavoro, si è toccata una delle pagine più buie della storia di questa Regione. Si dovevano tagliare i vitalizi e invece si sono aumentate le pensioni. Evidentemente, quando si toccano gli interessi di chi domani dovrà percepire il vitalizio, perché in gran parte il parlamento regionale è formato da persone che dovranno percepirlo, nessuno ha voluto dare un taglio a un privilegio personale. Quello che ha fatto questo parlamento è semplicemente produrre una legge che favorisce pochi e a spese di 5 milioni di siciliani”. A dichiararlo è il capogruppo del Movimento 5 Stelle all’Ars Francesco Cappello, che nel corso del dibattito aveva rincarato la dose: “Potrei chiedere quanti dei parlamentari presenti in quest’aula da domani beneficerà del vitalizio e quanti si sono ritrovati a decidere seppur in palese conflitto d’interesse, ma non lo faccio per evitare di ridurre il mio intervento a becero populismo. Speravamo che chi fa politica fosse considerato alla stregua di qualunque altro lavoratore. Abbiamo cercato di mediare in tutti i modi, perché ci sentiamo parte di questa istituzione e cerchiamo di onorarla tutti i giorni. Ma evidentemente, in commissione, le mie colleghe (Foti e Marano) sono parse delle squilibrate perché hanno avuto il coraggio di parlare di vita reale in un posto in cui di reale non c’è assolutamente nulla”.

A nulla è servito il tentativo di ostruzionismo finale da parte dei grillini. Il presidente dell’Assemblea Gianfranco Micciché, dopo aver contingentato i tempi del dibattito (5 minuti a testa, poi via il microfono) ha spiegato che era necessario votare il provvedimento in giornata (e comunque entro l’ultimo giorno utile: il 30 novembre). Così la legge è passata fra le urla di Sala d’Ercole, e al termine di quasi sei ore d’aula (con numerose interruzioni). Un altro elemento che viene fuori dalla discussione sui vitalizi è che non esiste più, o è andato per il momento in stand-by, il nuovo asse formato da M5s e Pd, che in questi sei mesi di gestazione non hanno mai condiviso l’approccio alla tematica. Forse il governo Musumeci può tornare a respirare.

MICCICHE’: “SICILIA SUL PODIO DEI RISPARMI”
“La legge appena approvata dal Parlamento siciliano sul taglio dei vitalizi consegna alla Sicilia il podio tra le regioni italiane”. Così il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gianfranco Miccichè, in merito all’approvazione del disegno di legge sul taglio dei vitalizi. “Dal punto di vista del risparmio, con un taglio annuo di 2 milioni di euro e 10 milioni di euro in cinque anni, siamo senza alcun dubbio i primi in Italia – ha aggiunto -. Sfido chi ha vissuto sulla pelle dell’immagine della Sicilia a trovare una regione che abbia fatto meglio di noi. I siciliani, sbeffeggiati, insultati e denigrati per mesi, aspettano adesso le scuse di coloro che ci tacciavano di essere spreconi”, ha concluso il presidente dell’Ars.

FIGUCCIA: “SOLO IO HO VOTATO CONTRO”
“Come volevasi dimostrare alla fine, anche il Movimento 5 Stelle getta la maschera e con una trasversalità che va da Miccichè alla maggioranza fino all’ultimo degli uomini dell’opposizione, tra astensioni e voti favorevoli, il disegno di legge sul taglio dei vitalizi passa con un misero taglio del 9%, modificato con piccoli stratagemmi. La posizione di Miccichè era nota a tutti: per difendere i vitalizi di pochi si sacrifica il bene di tutti. Ai 5 Stelle dico che auspico che la determinazione della commissione regolamento che ha previsto l’ingresso di un deputato del MoVimento 5 Stelle a sostituzione del viceministro Cancellieri che lascia il Parlamento regionale, sia soltanto una coincidenza. In una trasversalità e in un inciucio che coinvolge tutto il Parlamento, passa così il testo con il mio solo voto contrario. Vergogna a tutti”