La città di Palermo si è svegliata tappezzata con cartelloni con scritto “Democrazia Collusa” e “Forza Mafia”. Cartelloni che vedono raffigurati i simboli della Democrazia Cristina e Forza Italia. La Digos sta indagando per risalire agli autori. Vari post su Fb attribuiscono l’iniziativa al collettivo artistico “Offline corporation”. E’ subito scontro fra candidati sindaci. Franco Miceli: Ci abbiamo messo 30 anni di impegno e battaglie per scrollarci di dosso l’etichetta di capitale della mafia. Lagalla in un mese è riuscito a vanificare tutto, riabilitando personaggi come Cuffaro e Dell’Utri. Vergogna”. La risposta dell’ex rettore non si è fatta attendere: “Comprendo le esigenze di copione elettorale del candidato di quella sinistra a cui faceva riferimento quell’antimafia di facciata oggi alla sbarra. Piuttosto che prendere le distanze dai vandali che hanno imbrattato la nostra città, denunciando le volgari illazioni contenute nei manifesti, si diletta ad additarmi come male assoluto di Palermo. L’ennesima caduta di stile da parte di chi, privo di contenuti e idee, tenta di delegittimare l’avversario politico pur di ottenere un briciolo di visibilità. Chi ha affisso quei manifesti offensivi e denigratori è un mascalzone, un provocatore, un portatore sano di ignoranza. Vergogna”.
Paolo Cesareo
in Buttanissime Vergogne
Mafia sui manifesti, scontro Lagalla-Miceli
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