Il ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, ha impartito al governatore Musumeci, e al suo vice Armao, una lezione di diritto costituzionale. I due sicilianuzzi, con il cappello in mano, chiedevano al governo di Roma la misericordia di spalmare in dieci anni il disavanzo di due miliardi che rischia di paralizzare il traballante bilancio della Regione. E pretendevano pure una norma, da inserire nel Milleproroghe, che consentisse loro di avviare un’altra stagione di spese incontrollate e di conti sballati. Una altra stagione, per intenderci, simile a quella già impietosamente censurata dalla Corte dei Conti. Boccia ha spiegato che la Sicilia avrà sì la proroga, ma all’interno di un decreto legislativo che fissi regole ferree e capaci, comunque, di imbrigliare il bullismo amministrativo di Palazzo d’Orleans. I due hanno incassato. O così o pomì.