Anche i bambinetti dell’asilo sanno che al mondo ci sono figli e figliastri. Non potevano sapere – poveri innocenti – che la Regione siciliana avrebbe rovesciato il principio, ancora in uso nelle democrazie di tutto il mondo, secondo il quale “la legge è uguale per tutti”. A Palazzo d’Orleans un Bullo, travestito da azzeccagarbugli, ha dettato all’Irfis una nuova Carta costituzionale: “I favori della legge si applicano prima agli amici e poi, se restano soldi e tempo, anche ai nemici”. Si riferiva alla legge per l’editoria. Con la sua vocina da gerarca minore, il Boiardo ha preteso che per i quattro quotidiani cartacei la graduatoria debba chiudersi entro il 30 giugno: ha fretta di gratificarli subito con un milione e ottocentomila euro. Mentre tutti gli altri possono allungare il collo fino al 30 settembre. Un Giureconsulto così spudorato non si era mai visto.
Giuseppe Sottile
in Operette immorali
La legge del Bullo non è uguale per tutti
editoria
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