“La zona rossa istituita in Sicilia non ha nessun senso, sì è dimostrata una farsa che non è stata utile ai fini del contenimento del contagio. Praticamente è stato un liberi tutti, amplificato dalla mancanza di chiarezza che ha fatto sorgere un paradosso, infatti, coloro i quali hanno un’attività regolare come negozianti, artigiani, ristoratori, sono stati costretti a chiudere totalmente perché terrorizzati dai controlli e dalle multe, quando l’adozione di piccoli accorgimenti, come ad esempio un semplice sistema di prenotazione online, poteva fare rimanere aperte in sicurezza diverse attività, come quelle che ruotano intorno al mondo della ristorazione”. A dichiararlo è Vincenzo Figuccia deputato della Lega all’Ars e Commissario provinciale per Palermo. “Si prospetta un futuro nero, con migliaia di attività costrette a chiudere e la conseguente perdita di posti di lavoro che avranno un impatto devastante sull’economia dell’Isola, ricordando che migliaia di lavoratori sono in attesa del pagamento da parte dell’Inps della cassa integrazione covid. Numeri che continueranno a crescere, – prosegue Figuccia – nell’indifferenza di un Governo nazionale incapace di programmare una strategia al di fuori dei DPCM le cui restrizioni hanno solamente le penalizzato la nostra terra”.” Per tali ragioni, attraverso la presentazione di un ordine del giorno insieme al gruppo parlamentare di cui faccio parte, – conclude Figuccia – ho chiesto il ritorno alla zona arancione, con la conseguente ripartenza delle attività produttive e al contempo un’azione di controllo reale sul territorio, lasciando spazio ad interventi mirati, in modo da isolare eventuali “zone focolaio” che si potranno presentare via via”.
Enrico Ciuni
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La Lega insiste con la zona arancione
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