Piazza del Popolo come punto di ritrovo. Palazzo dei Normanni, a Palermo, come legittima ambizione. Lontana dal caos del Pd e dalle grandi manovre del centrodestra (più centro che destra), continua a muoversi la Lega di Salvini, che anche in Sicilia allarga le proprie mire espansionistiche. Un lento processo di erosione ai danni dei partiti “tradizionali”, che sin qui ha portato al sottosegretario Stefano Candiani, commissario straordinario nell’Isola, e ai due responsabili Enti Locali, Igor Gelarda per Palermo e Fabio Cantarella per Catania, un discreto bottino di amministratori locali che si faranno.
Il progetto del Carroccio prova ad attecchire in una regione che ha sempre guardato con diffidenza al “Nord”, inteso come area geografica e di pensiero. “Ma la Lega è come un bambino – spiega Gelarda, che a Palermo fa anche il consigliere comunale – Man mano che cresce matura. C’è ancora gente che ci chiede come facciamo a sostenere persone che prima ci offendevano. Ma vanno considerati alcuni fattori: prima cosa, è passato molto tempo; seconda, le offese sono arrivate con una gestione diversa rispetto all’attuale; terza, oggi la Lega è l’unica speranza che abbiamo per far sì che i nostri figli, quando avranno 18 anni, abbiano la possibilità di emigrare solo per libera scelta. E poi è cambiato anche il nome: da Lega Nord a Lega”.
Ma i siciliani godono di buona memoria…
“Tra una brutta parola detta in passato, di cui i leghisti si sono pentiti e per cui hanno chiesto scusa, e la possibilità di vedere i nostri figli crescere a casa, credo che nessuna persona con un minimo di sale in zucca abbia dubbio su cosa scegliere”.
Alla festa di piazza del Popolo con Salvini ci sono 500 siciliani. Una cosa mai vista prima.
“Credo qualcuno in più. Solo da Palermo ne sono arrivati 80. Hanno affrontato la trasferta con spirito positivo e propositivo. In Sicilia la Lega rappresenta la rivoluzione. Qualcuno ha deciso, finalmente, di mettere il buonsenso in campo e di mandare a casa quelli che ci hanno martoriato. Tutti i politici siciliani che abbiamo foraggiato per decenni e ci hanno ridotto in questo stato”.
A livello nazionale Salvini ha sfondato il 34% nei sondaggi. Nelle Isole, poche settimane fa, eravate al 22%. Ci sono novità?
“Non abbiamo sondaggi aggiornati, ma credo che i dati forniti in passato siano sottodimensionati, soprattutto al Sud. La resistenza psicologica di ammettere di votare Lega per qualcuno è ancora forte. Noi pensiamo che le persone che votano Lega sono più di quelle che lo dichiarano”.
La strategia nel reclutamento della classe dirigente è chiara. Niente politici navigati, solo volti nuovi.
“Non è esattamente così. Il politico navigato, che ha dato qualcosa al proprio territorio, da noi è il benvenuto. Noi non vogliamo fossili, ossia tutti quei politici che, avranno anche parecchio consenso, ma non hanno combinato nulla di buono. Perché fossili erano e fossili resteranno anche se dovessero entrare nella Lega. Cosa che non succederà”.
Così state partendo dai consigli comunali, dalle giunte dei piccoli paesi… Cosa cercate?
“Cerchiamo gente che passa le proprie giornate per strada, a confrontarsi, a capire i problemi delle persone. Chi è stato chiuso nei palazzi di cristallo per tanto tempo, e non sa come è fatto un autobus o una fila in ospedale, non ci serve. Può gestire un governo nell’iperuranio, nel mondo perfetto che non è certo quello siciliano. Che invece ha emergenze gravissime”.
In una recente intervista il giornalista Pietrangelo Buttafuoco ha detto una cosa interessante: “La Lega in Sicilia ha troppi voti rispetto alla classe dirigente di cui dispone”. E’ d’accordo?
“Stimo Buttafuoco, ma non è proprio così. La Lega in Sicilia sta costruendo una nuova classe dirigente: è un’operazione rivoluzionaria che non si vede dal secondo dopoguerra. Quello che chiediamo a lui, e a tutti i siciliani perbene, è di credere in questa possibilità e guardare oltre gli schemi di adesso. Altrimenti resteremo per sempre legati ai politici del passato che non hanno fatto nulla per la nostra terra”.
Uno di questi potrebbe essere Gianfranco Miccichè? Il presidente dell’Ars ha detto che fra Lega e Pd sceglierebbe il secondo per dialogare…
“Micciché è un uomo magnanimo perché ha preso a cuore la vicenda dell’immigrazione. Io non posso che essere emozionato, quasi intenerito da questa scelta. Ma ho un anche un altro desiderio: vorrei che questa grandezza d’animo gli tornasse utile per prendere a cuore anche i problemi dei siciliani, che hanno lasciato senza strade, con un aeroporto che sta chiudendo, quello di Trapani, con una pessima qualità della vita. Micciché è sulla buona strada: cominci dagli immigrati, che è una cosa giusta, e poi si occupi seriamente anche dei siciliani”.
Sembra davvero che imbastire un dialogo con Forza Italia sia diventato impossibile.
“Queste scelte toccano a Salvini e Candiani. Ma se i personaggi con cui dialogare sono questi, gli stessi che io ho definito “reduci”, credo che qualche difficoltà ci sia. A naso, la storia della Lega è incompatibile con la loro”.
A Cefalù Micciché, Romano e Lagalla hanno lanciato l’idea di un polo unitario del centrodestra (senza di voi) per le prossime Europee. Che ne pensa?
“Quello che dicevo prima. A Bruxelles non servono reduci, ma giovani leoni. La Sicilia a Bruxelles si gioca tanto. Questo tentativo di fare un maxi partito per ottenere qualcosa alle Europee mi sembra un tentativo per non abbandonare la scena politica. A noi non interessa”.
Anche il Pd è in difficoltà. Salvini si è quasi dispiaciuto che una fetta di elettorato rischi di rimanere senza riferimenti. Anche in Sicilia è un gioco al massacro. Come la vede dall’esterno?
“La considerazione di Salvini è di altissimo livello istituzionale. Noi tutti sappiamo che c’è una parte di elettorato, ideologicamente strutturata, che sta a sinistra. Se queste persone, che vogliono il bene dell’Italia tanto quanto le altre, non sanno più chi votare, si crea un vulnus della democrazia”.
Alcuni Consigli comunali, come quello di Castelbuono, hanno “impugnato” il decreto Salvini e votato una delibera per sospenderlo su tutto il territorio comunale. Che segnale è?”
“Mi risulta che anche ad Alcamo vogliano fare la stessa cosa. Ma una delibera non ha alcun valore effettivo rispetto a un decreto. E’ un atto di sfida, di opposizione politica. Questi consiglieri comunali ci tengono oppure no alla sicurezza dei cittadini? O solo per fare un torto a Salvini, preferiscono farla passare in secondo piano?”.
Un altro episodio che ha infastidito la Lega, per usare un eufemismo, è il “no” alla sperimentazione del Taser per la polizia municipale di Palermo.
“Il Consiglio comunale ha scritto una pagina buia, dimostrando ancora una volta di non avere alcun reale interesse verso la sicurezza dei cittadini e delle forze dell’ordine. Il provvedimento, in ossequio alla retorica della peggior sinistra, e che pone al centro i diritti dei violenti, finisce in questo modo per ledere profondamente i diritti dei cittadini, della povera gente, e delle forze dell’ordine. Io credo che in questo gioco della sinistra a contraddire i provvedimenti del Ministro Salvini per partito preso, si commetta un grave torto ai cittadini ed al loro diritto a vivere in città sicure”.
Ammesso che riusciate a fare il boom alle Europee, potreste rivendicare un ruolo nella giunta Musumeci?
“Sono argomenti in divenire, di cui si occuperà Salvini. Noi chiediamo solo un governo attivo e forte”.
Di recente è stato bocciato dai siciliani, come dimostra un sondaggio. Anche il vostro giudizio è cambiato?
“Personalmente, la mia valutazione è bassina. Ci si aspettava di più da un presidente che, comunque, continuiamo a ritenere una persona di eccezionale qualità, di grande onestà intellettuale e di grande moralità. Ma i risultati non si vedono. Se sono quelli di Birgi, con un aeroporto che era arrivato a 1,8 milioni di passeggeri l’anno – il più cresciuto in Europa – e ora è sceso a 300 mila, è segno che qualcosa non va”.
Salvini è felice del lavoro che state facendo in Sicilia?
“I feedback di Candiani sono molto positivi. Stiamo parlando di un’esperienza e di un’emozione nuova, dato che il partito in Sicilia non esisteva. A Roma continuano a insistere su una cosa: che al nostro fianco ci siano persone pulite e ineccepibili sotto il profilo morale. Per questo abbiamo detto tanti “no” e continueremo a farlo”.