Pangrel 2018, arte meticcia. Dalla Kalsa al Palazzo Reale e viceversa. Ieri sera, nella Sale degli Appartamenti Reali e nel Corridoio della Battaglia di dogali di Palazzo dei Normanni, il Direttore Generale della Fondazione Federico II, Patrizia Monterosso ha inaugurato la mostra sul progetto di Pangrel 2018. Un’atmosfera moderna dove ogni particolare non è stato lasciato al caso. Dalla scelta delle musiche di sottofondo, alle luci blu per illuminare le teche e il cortile della Fontana di Palazzo Reale dove era stato allestito un mega schermo sul quale è stato proiettato il racconto in immagini del lavoro svolto dai cinque muralisti in via dello Spasimo e in via Santa Teresa nel quartiere Kalsa di Palermo. Da ieri, infatti, e fino all’8 gennaio, il progetto si è spostato negli Appartamenti Reali di Palazzo dei Normanni. Qui il visitatore è accolto da un percorso espositivo che racconta al visitatore, attraverso disegni preparatori, bozzetti delle opere, fotografie e biografie degli artisti, il significato del progetto. Nel Corridoio della Battaglia di Dogali sono allestite quattro teche con i bozzetti preparatori delle opere che gli artisti hanno, poi, realizzato sui muri di tre palazzi di edilizia popolare e su un muro prospiciente Piazza Ventimiglia nel cuore del più antico quartiere della città.
Pangrel 2018, arte meticcia è più di un esperimento di arte pubblica che diventa esperienza civica della bellezza e della cultura. È la scommessa che l’arte moderna e contemporanea può e deve convivere con quella antica di Palazzo Reale, culla del potere normanno della città; un filo rosso che ci regala la possibilità di ripercorre gli intrecci, unici e irripetibili, tra due mondi che hanno lasciato non soltanto tracce tangibili ma che sono entrate nel tessuto sociale e cultura di Palermo e hanno segnato, indissolubilmente, il capoluogo siciliano e la nostra cultura.
Ancora una volta, il Palazzo Reale si apre e si offre alla città; diventando un centro propulsore di attività culturali e artistiche. Metafora dei valori della società, nuova piazza capace di esercitare sulla città un potere seduttivo. Palazzo Reale come luogo di incontro tra istanze storiche e istanze estetiche. Non più, quindi, un luogo solo per la contemplazione ma un organismo vivo, vitale e attivo con una grande forza di coinvolgimento del visitatore che diventa attore di un processo comunicativo.
E, soprattutto, cassa di risonanza di una visione caparbia e tenace di Palermo che traccia e afferma, in modo inequivocabile, il suo tratto più distintivo agli occhi del mondo: quello dell’accoglienza, dell’integrazione e della multiculturalità. Una città che non chiude i suoi porti e le sue porte; libera dai pregiudizi e volta all’incontro e alla convivenza di culture e esperienze assai diverse tra di loro.