La festa del Turismo, verrebbe da dire, non è ancora cominciata. Calato il sipario su SeeSicily, e archiviato senza troppo clamore (e senza colpevoli) lo scandalo di Cannes, la macchina di Fratelli d’Italia s’è rimessa in moto per confezionare i prossimi appuntamenti. L’antipasto di Brucoli, alla presenza dei big player della corrente turistica del partito e, in segno di pace, del governatore Renato Schifani, ha dato il via alla fase-2. Che nell’Isola vuol dire chiavi in mano all’assessore Elvira Amata: sono previsti nuovi e onerosi investimenti sul cinema e sulla comunicazione. A partire dall’appuntamento in programma a Ortigia, dal 12 al 14 aprile: si chiamerà, per l’appunto, Stati Generali del Cinema, è un momento di “pianificazione strategica” che “diventa essenziale per promuovere il cineturismo” (cit. Amata) e costerà 480 mila euro. Nel decreto dirigenziale a firma di Maria Concetta Antinoro si fa riferimento all’acquisizione di “servizi generali di organizzazione, ospitalità, allestimenti, service, audio luci, pubblicità e promozione”.

Non poteva mancare la promozione. La “vendita” del brand Sicilia è il primo obiettivo da perseguire, e non appena spunta fuori una classifica favorevole ai flussi siciliani, da FdI parte una standing ovation che attraversa lo stivale. In questo ha fatto scuola l’ex assessore Manlio Messina, che ha difeso fino alla fine l’investimento da 70 milioni per SeeSicily. Trentanove torneranno a Bruxelles entro l’anno: non sono stati spesi. Inoltre, la Regione, con l’obiettivo di limitare le perdite (ma non l’imbarazzo), ha revocato i contratti con gli albergatori che non sono riusciti a piazzare i voucher già pagati dall’assessorato. Però, secondo la Amata, è stato un successone: “SeeSicily era soprattutto un progetto di comunicazione sulla Sicilia e su questo fronte ha funzionato in maniera pazzesca – si giustifica il neo assessore -. Il 2021 e il 2022 hanno fatto registrare numeri in risalita rispetto al periodo Covid. Il fatto che l’operazione dei voucher per le notti omaggio negli alberghi non abbia funzionato non significa che l’intera misura non sia servita”.

Che il programma sia ancora oggetto di valutazione, in realtà, lo conferma un altro decreto del 17 ottobre scorso, in cui la Regione, attraverso il Dirigente dell’Area 3 del Dipartimento al Turismo, Eugenio Patricolo, impegna 23.700 euro (oltre IVA) a favore di una società di Marghera che si è appena aggiudicata il servizio di “Misurazione dell’impatto sul mercato turistico regionale e nazionale dell’intervento SeeSicily”. Vuol dire, in pratica, che pagheremo una società affinché possa rivelarci se il programma tanto osannato abbia avuto delle ricadute positive. Oppure no. Di certo – e qui servirebbe affidare un altro servizio per captare eventuali malfunzionamenti – non è stato granché produttivo aver speso 24,8 milioni di euro, per altro a valere sul PO-Fesr, in “comunicazione”. Rivela una considerazione superficiale e un po’ provincialotta del denaro pubblico. Su cui, per inciso, è intervenuta solo la Guardia di Finanza, che dopo aver sequestrato le carte le ha portate all’attenzione della Procura. L’abbuffata però non si ferma.

Un altro decreto del 7 ottobre, a firma del dirigente del Servizio 6 Giuseppe Librizzi, liquida 215 mila euro (oltre IVA) alla Sport Network Srl, una società romana, per “l’esecuzione dei servizi promopubblicitari volti al potenziamento dei programmi di sviluppo turistico in occasione delle manifestazioni “Golden Boy” svoltasi a Torino il 7 novembre 2022 e “Caschi d’oro” svoltasi a Bologna il 22 dicembre 2022”. In pratica paghiamo una società che ha prestato servizi promozionali relativi a SeeSicily durante altri eventi in altre parti d’Italia, come da contratto stipulato un anno fa. Inoltre, nell’ambito delle Celebrazioni Belliniane promosse dal medesimo assessorato, come da Piano Triennale del Turismo, quasi 900 mila euro (su 3 milioni) sono finiti alla VM Agency di Palermo per “Servizi generali di organizzazione, servizi tecnici, e servizi promopubblicitari”. Servizi affidati a seguito di una procedura negoziata cui ha risposto solo la ditta in questione. Sulla vicenda pende un’interrogazione parlamentare di Cracolici, del Pd.

Eppure, nonostante queste stranezze, va tutto a gonfie vele. Anzi, l’obiettivo è migliorarsi come ha spiegato qualche tempo fa l’assessore Amata, avanzando la necessità di “una campagna di comunicazione importante” orientata “sull’estero e l’internazionalizzazione. Dobbiamo andare in quei paesi che conoscono poco la Sicilia”. Di sicuro il suo assessorato non s’è mai fermato. E non è solo per i 5 mila euro appena liquidati al Comune di Ramacca per la “XXXI Sagra del Carciofo”, né per i 4 mila che hanno finanziato il Carnevale di Cinisi o i 3 mila finiti in tasca agli organizzatori della Passione di Cristo a Capaci. Queste sono bazzecole di scarso impatto.

Il grosso della torta finirà in Finanziaria. Un articolo del Giornale di Sicilia di qualche giorno fa, ha svelato i piani dell’assessorato. A partire dalla creazione di una nuova agenzia regionale per la promozione dello spettacolo dal vivo (chiamata Sicilia Live): costo iniziale 48.500 euro (poi bisognerà mantenerla e prevedere eventuali spese per il personale). Inoltre è previsto un ritocchino al capitolo destinato a iniziative per l’incremento del movimento turistico verso la Sicilia, che passa da 2,5 a 3,1 milioni. E mentre i teatri rimangono più o meno stabili sulle cifre del passato (con l’eccezione del Teatro Pirandello di Agrigento, che passa da 48 mila a 227 mila euro di contributi), sorprende l’aumento della dotazione economica di Taormina Arte – di cui è sovrintendente Ester Bonafede – che vedrà triplicare i fondi a propria disposizione: da 420 mila euro a un milione e mezzo (e non ci sono dentro i piccioli per Taobuk e il TaoFilm Festival). Nell’ambito del medesimo assessorato, viene raddoppiato il fondo destinato al potenziamento delle attività sportive isolane (da 3,2 milioni a 6,7).

All’assessorato al Turismo, insomma, non sentono i morsi della fame. E nemmeno quelli della vergogna. Continuano a muoversi indisturbati, con la classe e l’operosità di sempre. E con una strategia mirata: spendere il più possibile. I benaltristi diranno che per la sanità non c’è un euro. Forse, per una volta, hanno pure ragione.