Il tema ritorna sempre – quanti soldi finiranno in tasca alle associazioni e gli enti di promozione turistica? – e già questo dimostra una scarsa cultura di governo. Dopo lo scandalo Auteri, dopo la pessima figura internazionale col programma SeeSicily, dopo le spese faraoniche per allestire improbabili shooting al Festival del Cinema di Cannes (l’ultimo tentativo è stato archiviato da Schifani con il ritiro del provvedimento in autotutela), dopo le inchieste della magistratura contabile e di due procure, la Regione non è sazia. I Fratelli d’Italia non sono sazi. Tanto che all’interno dello stesso partito della premier, qualcuno è arrivato a sconfessare persino il presidente Galvagno – patriota anche lui – per aver provato a mettere dei paletti alla spartizione scientifica (ma indiscriminata) di contributi pubblici alle imprese amiche e, soprattutto, per aver “svuotato” la commissione Bilancio delle decisioni più ardue e tangibili, che verranno assunte in conferenza dei capigruppo.

Alle società della “galassia Auteri”, secondo Piazza Pulita, la trasmissione di La7, sono toccati con le ultime manovre e manovrine 730 mila euro di contributi pubblici. Alla provincia di Messina, regno dell’assessora Amata, è finito mezzo milione per l’organizzazione di fiere e sagre del porcino. Eppure, a tutto ciò, non sembra esserci rimedio. Il tentativo di ricondurre i parlamentari a miti consigli perde consistenza col passare delle ore. Cioè man mano che il testo della Legge di Stabilità, esitato in commissione Bilancio nella sua versione più snella, approderà a Sala d’Ercole per essere incardinato. Non c’è traccia, per il momento, di alcun marchettificio. Arriverà. La questione è il “come”. Si ipotizza la presenza di un maxiemendamento e di una cifra – 60 milioni circa – da suddividere in maniera proporzionale fra maggioranza e opposizione, con la presunta aggiunta di altri fondi, secondo alcune proposte da condividere col governo.

Per la modalità di spartizione, invece, si fa strada un’altra ipotesi… Non l’assegnazione attraverso un bando pubblico, da parte dell’assessorato al Turismo, sulla scorta delle proposte pervenute e di criteri precisi (magari basati sul merito). No. Il piano-A è l’assegnazione delle risorse ai sindaci, che poi provvederebbero a “smistarli” per togliere d’impaccio i 70 onorevoli (e i 12 assessori). Una prima scrematura, però, avverrebbe già a monte: perché non tutti i 391 primi cittadini siciliani hanno un santo paradiso, con un’aureola in testa e le spalle belle grosse. Ergo: il sistema non funzionerà comunque. Il piano-B, invece, è la creazione di una lista di buoni e cattivi, individuando a monte enti e fondazioni meritevoli, al contrario di enti e associazioni “profittevoli”. Ma anche in questo caso qualcuno dovrebbe metterci le mani prima…

Sul maxi, nel frattempo, piovono le prime contestazioni da parte del Pd e del M5s, fin qui asfittici: “Non accetteremo – ha detto il capogruppo dei 5 Stelle, Antonio De Luca – un maxiemendamento di cui non conosciamo nulla, piovuto in aula poco prima del voto. Vogliamo averlo almeno 24 ore prima, per poterlo studiare al meglio, al fine di verificare l’assenza di norme-obbrobrio e poterne denunciare l’eventuale presenza al fine di chiederne l’eliminazione dal testo. Finanziamenti sotto i 25 mila euro possono anche essere presenti, ma devono essere l’eccezione, non certamente la regola. Non servirebbero certamente molto alla Sicilia che ha bisogno di opere e interventi spesso onerosi”.

In queste strettoie si muove il principale partito di governo: FdI, lo stesso che da 7 anni regna in via Notarbartolo con alterne fortune (eufemismo) e senza tener conto di alcuna ‘questione morale’, ha già provveduto in commissione Bilancio a impupare un tesoretto da 3,5 per l’assessorato di Elvira Amata, con lo scopo di finanziare “grandi eventi” (come quelli che, ad esempio, permetteranno l’organizzazione del capodanno Mediaset a Catania). Anche nella commissione Cultura dell’Ars, di cui non fa più parte Auteri ma presieduta dal meloniano Ferrara, sono state aumentare le risorse a valere sul Furs, il Fondo unico per gli spettacoli regionali (che dovrebbe garantire pari possibilità d’accesso alle associazioni), portandole da 6 a 14 milioni. Ma si tratta comunque di briciole rispetto alla “voracità” dei deputati regionali di ogni colore.

Peraltro l’assessore Amata, che avrebbe voluto proseguire l’esperienza di SeeSicily se non fosse arrivata la bocciatura esemplare della commissione Europea, non ha alcuna intenzione di voler mollare la preda. Continua nella sua narrazione, lodando “il costante impegno del mio assessorato e dell’intero governo regionale volto a rafforzare, giorno dopo giorno, il nostro ricco patrimonio”. Parole pronunciate a margine del premio “Oscar del Turismo 2024 – MHR Awards”, in cui la Sicilia è stata ritenuta la migliore destinazione turistica d’Italia. “Faremo tesoro del riconoscimento utilizzandolo come fonte d’ispirazione per guidare le nostre future iniziative, ha detto l’Amata, provocando un brivido lungo la schiena di tutti coloro che, in questi ultimi anni, hanno assistito a uno spreco di risorse senza precedenti.

Per la promozione, la comunicazione, gli shooting, i led a Times Square, gli sconti contro il caro-voli. Senza considerare i metodi, non il massimo della trasparenza, per l’assegnazione di incarichi e/o consulenze. Ci siamo già passati, è esploso lo scandalo, ma i personaggi che gestiranno il denaro pubblico sono sempre lì. Ha pagato Auteri per tutti. E’ come se l’inchiesta della Corte dei Conti e delle procure di Siracusa e Palermo riguardassero soltanto lui.