La forza di Forza Italia

Nella foto Gianfranco Miccichè, presidente dell'Assemblea siciliana e coordinatore regionale di Forza Italia

Forza Italia non esce ridimensionata da un weekend passato a scannarsi. O, come dice il commissario regionale dei “berluscones”, Gianfranco Miccichè, a far emergere una differenza tra “l’anima più dura del partito, riconducibile agli ex Alleanza Nazionale” e “l’anima più moderata”. In fin dei conti la questione è sempre una: il riposizionamento del partito rispetto alla Lega di Salvini. Ed è sul tema dell’immigrazione, oltre che dell’assenza del presidente dell’Ars all’evento MuovItalia andato in scena domenica a Catania, che si staglia la polemica. Salvo Pogliese, sindaco di Catania, non gli ha risparmiato più di una frecciata: ha criticato Micciché per aver sfilato con la Boldrini di fronte alla nave Diciotti, gli ha imputato di voler stringere nuove alleanze a sinistra (“un Patto del Nazareno 2.0”) e lo ha contestato per un’assenza che – dice Miccichè – “avevo già comunicato”.

Presidente, perché non è andato all’incontro con Pogliese e gli altri?

“Il lavoro dei giornalisti è bello anche perché si possono fare tante congetture… In realtà la questione è molto semplice: motivi familiari mi hanno trattenuto a Palermo. La sera prima (sabato) mi trovavo a Catania, ma sapevo già che sarebbe stato difficile partecipare. Tant’è che per dimostrare vicinanza a quella manifestazione, sono andato a cena con tutti loro. Se avessi avuto qualcosa contro gli organizzatori non sarei andato neanche a mangiare”.

Ma dal palco Pogliese ha dichiarato che gli assenti hanno sempre torto…

“Non sono per niente stupito dalle frasi di Pogliese. Mi dispiace le abbia dette mentre ero assente, perché farebbe bene a dirle in mia presenza la prossima volta. E ripeto: non c’ero perché non potevo esserci, e gliel’avevo anche detto. Hanno fatto credere che la mia assenza fosse polemica, ma non lo era”.

Qual è il rapporto deficit/Pil del partito dopo queste dichiarazioni pubbliche? Avete recuperato alcuni ex alfaniani, ma avete rischiato di perdere il sindaco di Catania

“Mentre il Pil ha segnato un punto a favore, il deficit no, perché non c’è stato alcuno strappo. E’ emersa una posizione diversa, che esiste da tempo, in Sicilia come nel resto del Mezzogiorno. Per la prima volta, però, ci siamo confrontati pubblicamente. Ricordo sempre che la famosa legge sull’immigrazione porta la firma Bossi-Fini. Non è un caso che tutti quelli provenienti da Alleanza Nazionale, sul tema, siano vicini alle posizioni della Lega. Noi la pensiamo diversamente. Il fatto che Salvini paragoni la lotta all’immigrazione con quella alla mafia mi fa venire il voltastomaco”.

Quindi, al momento, è esclusa una rottura?

“Non c’è alcuna rottura, posso dirlo tranquillamente. C’è una posizione che qui in Sicilia, come avviene di solito, è emersa prima che altrove. Qui siamo più diretti. Sia io che Pogliese abbiamo detto con chiarezza qual è la nostra idea. Proveniamo da tradizioni ideologiche differenti. Salvo resta uno dei migliori sindaci in circolazione”.

E’ solo un problema di sensibilità sul tema dei migranti? E’ possibile far convivere due anime così diverse in Forza Italia?

“Certo che possono coesistere. Stiamo parlando di un singolo problema, quello dell’immigrazione. Sul resto non ci sono molte differenze tra me e Pogliese. La pensiamo alla stessa maniera sul governo gialloverde, sulle manovre economiche e su tantissime altre cose. Però paragonare la mafia all’immigrazione credo sa una cosa contorta, quasi aberrante”.

Il sindaco le ha contestato una certa vicinanza ai temi di sinistra, oltre all’incontro con la Boldrini. Davvero farebbe carte false, o un patto col Pd, per battere i Cinque Stelle?

“Sul molo di Catania ho incontrato la Boldrini, mica un terrorista. Era l’ex presidente della Camera, non capisco dove sia il problema. Mica mi sono messo d’accordo con lei per sfilare insieme… Io sono andato a far vista ai migranti della Diciotti. E sono contento di averlo fatto, nessuno potrà convincermi del contrario”.

E sul patto con la sinistra?

“Quando dico di andare con la sinistra, voglio solo dimostrare le pericolosità dei Cinque Stelle. In ogni caso non abbiamo mai nascosto in Forza Italia, a partire dal presidente Berlusconi, che ci sono stati momenti in cui una collaborazione sarebbe stata auspicabile. E’ sempre successo nella storia della politica italiana, vedi patto del Nazareno. E poi chi mi contesta questo fatto dovrebbe spiegarmi come possono dirsi favorevoli alla Lega che sta governando coi grillini…”

Lei ha detto che sono quasi come Hitler…

“Dico solo che stanno provocando danni irreversibili a questo Paese. Leggevo queste aberrazioni sull’eliminazione della prescrizione. Siamo davvero alla follia… La stessa associazione dei magistrati come può pensare di andar dietro a una cosa del genere? Stiamo parlando dell’eliminazione di un concetto di civiltà. Inoltre, all’Ars hanno presentato un disegno di legge in cui chiedono di nominare i revisori dei conti con un sorteggio. Roba da matti. Spero che i cittadini se ne accorgano prima che sia troppo tardi”.

Quest’azione di contrasto al populismo, almeno nei sondaggi, non sembra dare risultati

“E invece bisogna tornare indietro e resettare tutto. Rientrare nella realtà della storia e del Paese. Davvero c’è qualcuno che pensa di poter andare appresso a questi? La Lega ci va… E peggiora persino la situazione: mentre questi fanno danni irreversibili, la Lega fa la sua battaglia contro la mafia e l’immigrazione. Ponendoli sullo stesso piano…”.

Candiani, il rappresentante del Carroccio nell’Isola, ha lasciato intendere che con Lei non è possibile discutere finché continuerà a utilizzare un “torpiloquio d’osteria” nei confronti di Salvini. Cosa replica?

“Ha ragione lui (sorride). Quando dico che Salvini è uno stronzo non uso certo una parola oxfordiana. Però non credo sia un buon motivo per non parlarmi. Ricordo che loro sono al governo con chi ha mandato affanculo l’Italia intera”.

Ma con Berlusconi come va? A Catania, durante la reunion con gli ex alfaniani, ha detto che spera sempre nel suo cambio di rotta. Lo ha sentito negli ultimi giorni?

“Quando mi sono presentato a Catania, arrivavo proprio da casa sua. Abbiamo parlato a lungo. Stiamo preparando la campagna elettorale e io sono andato a Roma per illustrare i miei temi, fra cui emerge la lotta alla burocrazia. E’ la prima delle grandi riforme che dobbiamo fare, perché il meccanismo delle autorizzazioni danneggia in modo mostruoso il Pil del Paese. E comunque Berlusconi conosce il mio pensiero sulla Lega e non prova a farmi cambiare idea. Nel partito, almeno al Sud, l’80% la pensa come me”.

Capitolo Europee: confermerete la squadra degli “uscenti”?

“L’unico uscente che abbiamo qua in Sicilia è il sindaco di Catania, che non credo abbia intenzione di dimettersi e tornare a Bruxelles. Altri non ne vedo… Poi abbiamo un uscente in Sardegna (Cicu) che sicuramente sarà riconfermato. Per il resto la squadra è tutta da costruire”.

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