L’assessore al Turismo Manlio Messina, l’altro giorno in conferenza stampa, ha detto che “abbiamo anticipato un po’ i tempi. Avevamo deciso di presentare il tutto alla prima fiera internazionale di ottobre a Rimini, ma abbiamo voluto dare un messaggio di ottimismo e positività”. Ma la presentazione del nuovo logo per il rilancio turistico dell’Isola, volendo, poteva aspettare ancora un po’. Finora ha raccolto critiche e prese in giro. A partire da quelle del Partito Democratico, che ci aveva visto una qual certa somiglianza col brand di Salou, un piccolo comune a vocazione turistica della comunità di Tarragona, in Spagna. Ma chi ha partorito il nuovo logo, non sarà andato così a fondo nelle ricerche. Non serviva. Perché il web, in queste ore, è stato invaso da molti progetti più celebri, che hanno profili molto simili a quello partorito dalla World. 2.0 Srl di Catania (il cui lavoro è costato intorno ai 20 mila euro). A partire dal logo dell’Expo di Milano, nel 2015; ma anche della Regione Puglia, della Regione Sardegna, del Messico e di Israele. E persino di Aruba, da cui la Sicilia mutua il pay-off, che recita: your happy island.
Chi ha pensato l’operazione grafica, di per sé discutibile, poco originale e anche molto onerosa, ha provato a darle un senso: “Gialla come il sole, blu come le sue acque profonde, arancione come i suoi agrumi, verde come il suo territorio, azzurra come il cielo, rossa come il fuoco. I colori della Sicilia in un’immagine”. Basterà a distinguerci da tutti gli altri?