Ars e governo inciampano su Taormina

Sul caso Taormina rischia di saltare il banco all’interno della maggioranza. Mercoledì sera, quando a Palazzo dei Normanni si sfiora la mezzanotte, il presidente Galvagno sospende la seduta dell’Ars: si tornerà in aula mercoledì prossimo. A tenere accesa la polemica è il contributo richiesto dal Comune guidato da De Luca per sostenere i grandi eventi, che un emendamento avrebbe dovuto allargare anche ad altri centri turistici. Su su questo fronte Schifani si è messo di traverso, arrivando a minacciare persino le dimissioni (come scrive Live Sicilia). Al contrario, fin dall’inizio Galvagno era parso possibilista.

Lo scontro si è acuito per il pressing delle opposizioni, ovviamente a favore dell’emendamento (tecnicamente si parla di una compartecipazione dei comuni agli introiti dei siti archeologici della Regione), che ha alimentato la faida nella maggioranza. Per continuare ad approvare gli articoli della manovra correttiva, che ieri ha visto il via libera ad alcune norme, fra cui l’aumento per i Forestali e la stabilizzazione degli ex Pip, bisognerà passare prima da un regolamento di conti nel centrodestra.

Alimentato in mattinata da una diretta social di Cateno De Luca: “Ieri in aula per la discussione sul ddl collegato si è consumata una delle peggiori pagine politiche della Regione Siciliana – attacca il leader di Sud chiama Nord e sindaco di Taormina -. Pur di ammazzare politicamente De Luca e bloccare l’emendamento alla manovra in discussione nel Parlamento regionale che prevede per i Comuni dove ricadono parchi e siti archeologici in cui si organizzano grandi eventi un ristoro economico del 10-20% sul totale dei biglietti venduti per coprire le spese del decoro urbano, il presidente Renato Schifani ha minacciato le dimissioni nel caso in cui l’aula avesse approvato la proposta presentata. Voglio ringraziare il presidente dell’Assemblea Gaetano Galvagno per la correttezza istituzionale che ha manifestato non cedendo al ricatto di Schifani. Resta però inaccettabile che per un capriccio di Schifani, per la sua acredine nei miei confronti non si abbia l’onestà intellettuale di riconoscere la bontà di una norma che non riguarda solo Taormina ma tutti i comuni siciliani dove ricadono parchi e siti archeologici e addirittura si preferisca bloccare l’intero ddl piuttosto che dare ragione a De Luca”.

Tirato in ballo da alcune ricostruzioni, fa sentire la sua voce anche l’assessore ai Beni culturali, Francesco Scarpinato: “Non ho mai ricevuto minacce dal presidente Schifani, con il quale stiamo lavorando in piena sintonia e totale sinergia per il bene della Sicilia e per andare incontro alle legittime istanze manifestate non soltanto dal comune di Taormina, ma da tutti i centri siciliani nei quali ricadono parchi e siti archeologici. Al sindaco Cateno De Luca, fin dal nostro primo incontro, ho dato piena disponibilità a lavorare a un protocollo che contempli le esigenze relative a questioni attinenti l’ordine pubblico e il decoro urbano, con particolare riferimento allo smaltimento dei rifiuti. Insieme al governo regionale siamo al fianco di tutti i sindaci per risolvere le problematiche relative agli enti locali”.

Le reazioni dall’ARS

“La mini manovra all’esame dell’aula è in perfetto stile Schifani: dentro c’è il nulla. A parte poche norme urgenti questo testo non contempla niente di veramente utile e importante per i siciliani, non è degno nemmeno di essere chiamato legge. Non si parla di sanità, di liste d’attesa, di povertà, di dissesto idrogeologico. Non si parla di nulla, come nulla finora ha fatto il governo che lo ha partorito”. Lo afferma il capogruppo del M5S all’Ars Antonio De Luca.

“Questa manovra – continua Antonio De Luca – nata con pochi articoli per rimediare agli scivoloni fatti dal governo regionale durante l’ultima finanziaria è cresciuta a dismisura solo allo scopo di favorire qualche deputato per ottenerne l’approvazione in aula. É un modo di procedere inaccettabile, certamente non degno del Parlamento più antico del mondo. Dopo un’opposizione serrata e un’animata conferenza dei capigruppo, siamo riusciti a ottenere che oltre la metà degli articoli fossero estromessi da questo testo per essere discussi in un ddl separato”.

“Il tempo è scaduto. Delle promesse e delle riforme annunciate dal governo Schifani non c’è traccia e come se non bastasse anche nell’ ordinaria amministrazione siamo alla paralisi in tutti i settori ad iniziare dalla sanità”. Lo ha detto intervenendo durante il dibattito d’Aula il capogruppo del Pd all’Ars Michele Catanzaro. “Le opposizioni fin dall’inizio della legislatura hanno fatto la propria parte contribuendo, quando possibile, a varare provvedimenti utili per i siciliani, ma già dall’indomani della prima finanziaria questo non è stato possibile per un motivo molto semplice: governo e maggioranza sono implosi in una crisi politica che sta paralizzando il Parlamento è la la Sicilia. Governo e maggioranza spieghino perché non hanno portato avanti le riforme promesse ai siciliani”.

“Dopo oltre 20 anni di attività fantasma all’interno della pubblica amministrazione i lavoratori del bacino unico ad esaurimento “Ex Pip Emergenza Palermo” attualmente sussidiati, finalmente avranno l’opportunità di contare su un reddito certo e su un impegno a tempo indeterminato”. A dirlo è l’on. Vincenzo Figuccia, Deputato Questore della Lega all’Ars. “Le norme della Finanziaria approvate dal Parlamento siciliano, prevedono, infatti, sia l’assunzione nella società consortile per azioni Servizi Ausiliari Sicilia (SAS), previa apposita selezione, sia incentivi alla fuoriuscita dei medesimi soggetti appartenenti al bacino, – Continua Figuccia – attraverso un’indennità omnicomprensiva di un importo massimo pari a cinque anni dell’assegno di sostegno al reddito già in godimento, da corrispondere interamente in un’unica soluzione. Auspico – conclude Figuccia – si possa mettere al più presto la parola fine su un tema che per troppi anni ha tenuto in stallo interi nuclei familiari della città metropolitana di Palermo, la cui dignità lavorativa non è stata mai riconosciuta”.

Paolo Cesareo :

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