Se dopo tanti mesi di astinenza avete voglia di trovare una folla immensa, appiccicosa e sudaticcia, recatevi all’aeroporto di Palermo: quello governato, si fa per dire, da Fabio Giambrone, sovrastante del sindaco Leoluca Orlando. Se avete voglia di provare il brivido arcano di trovarvi immersi in un carnaio umano o in un carro bestiame, scegliete voi, andate tra le 13:00 e le 14:00. Troverete almeno tremila persone scandalosamente ammonticchiate in un mare di Covid e di collera, costretti a file disumane in un’aria ammorbata, tossica, comunque impraticabile. E tutto questo perché il trust di cervelli che affianca Giambrone ha concentrato in un’ora la partenza di dodici voli. E tutto questo alla faccia dell’Enac, l’ente per l’aviazione civile; alla faccia degli improbabili ispettori della sanità; e soprattutto alla faccia del virus che a Punta Raisi è ormai di casa e balla con la furia di un danzatore derviscio.
Giuseppe Sottile
in Operette immorali
La danza del Covid all’aeroporto di Palermo
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