Il ritiro di Ciccio Cascio dalla corsa a sindaco di Palermo, apre a Roberto Lagalla le porte di una candidatura unitaria e condivisa da tutto il centrodestra. Dopo una notte di passione all’Hotel delle Palme, in cui l’accordo ha vacillato a lungo, il via libera è giunto in mattinata grazie al passo di lato dell’esponente azzurro: “Forza Italia – si legge in una nota – ha fatto una scelta di generosità e buonsenso, mettendo da parte l’interesse personale, per consentire al centrodestra di tornare vincente e ai cittadini di Palermo di voltare finalmente pagina rispetto a questi troppi anni di degrado. Forza Italia, che pure è il primo partito della coalizione in Sicilia, ha chiesto a Francesco Cascio di rinunciare alla sua candidatura a sindaco della città di Palermo e sosterrà il progetto di Roberto Lagalla”. Cascio, pur con una carte dose di amarezza, s’è scansato: “Abbiamo una coalizione che supera il 50 per cento – aggiunge Gianfranco Micciché – Francesco Cascio, che ringrazio per la disponibilità, sarà assessore. Roberto sarà un magnifico sindaco”.
Anche la Lega, che aveva già stoppato la corsa di Francesco Scoma e proposto Samonà per un ticket con Cascio, si accoda: “Il sostegno unitario del centrodestra alla candidatura di Roberto Lagalla conferma oggi la responsabilità di tutti i partiti della coalizione – dichiara il segretario regionale, Nino Minardo -. Siamo riusciti a mettere da parte personalismi e risentimenti per il bene della città. Il mio auspicio di ritrovare compattezza, serenità e voglia di fare buona politica si è concretizzato. Lega Sicilia-Prima l’Italia sosterrà il professore Lagalla con impegno e convinzione, con la prospettiva di lasciarsi velocemente alle spalle l’ultima stagione fallimentare nel governo di Palermo e ridare presto lustro, dinamismo e opportunità di crescita al capoluogo siciliano”. Cauto, fin qui, il commento di Lagalla: Non posso che attendere la composizione complessiva del quadro, ringrazio FI e il presidente Gianfranco Miccichè che conferma la volontà di avvicinamento. Sono certo che nelle prossime ore si potrà definire tutto e se dovesse essere confermata la mia designazione come candidato sindaco unitario del centrodestra non potrei che esserne contento”.
L’unica voce in dissenso è quella di Matteo Renzi. Italia Viva, nella prima fase, aveva deciso di far ritirare Faraone e sostenere l’ex assessore all’Istruzione. Ma di fronte a questo nuovo scenario, l’ex premier si è bloccato: “A Palermo – ha detto Renzi a Radio Leopolda – se su Lagalla si ricostruisce il centrodestra noi non ci saremo. Le candidature civiche sono un film, ma se si ricostruisce il centrodestra, come potrebbe accadere, anche attorno a un nome perbene come quello di Lagalla, noi non saremo in quella coalizione. Rivendico le candidature di Genova e Verona, ma noi non sosterremo il centrodestra unito a Palermo”. Nel pomeriggio, però, la posizione di Italia Viva cambia: “Siamo stati i primi ad aprire un dialogo con Roberto Lagalla su un preciso progetto di civismo, di unità ed inclusione per far rinascere Palermo. Ci interessa unicamente il futuro di questa città, abbandonata da Leoluca Orlando per anni, e non i colori politici di chi ha scelto di unirsi alla sua candidatura. Per noi – spiegano fonti del partito – l’ex rettore rappresenta il profilo più autorevole, la sintesi migliore per parlare a tutta la città. E su questo sentiero è nata la lista civica “Lavoriamo per Palermo”, un progetto per Palermo di donne e uomini con il solo obiettivo di sbracciarsi e dare una mano alla città, un’idea che non interferisce sulla collocazione nazionale di Italia Viva, che coerentemente e chiaramente ha espresso Matteo Renzi”.
Ma ci sono altri elementi da non sottovalutare. Ossia il rinvio di qualunque trattativa sul bis di Musumeci a palazzo d’Orleans. L’impuntatura di Fratelli d’Italia, per il momento, non ha dato gli esiti sperati. Lo scenario è profondamente mutato rispetto a una settimana fa. Dopo la Lega, anche Forza Italia ha dovuto fare un passo indietro. Il “peso” della Meloni, insomma, non è più quello di prima. L’unico a forzare un po’ la mano è Alessandro Aricò, capogruppo di Diventerà Bellissima all’Ars: “Uniti si vincerà a Palermo e lo stesso dovrà avvenire in occasione delle Regionali in Sicilia, anche in questo caso con una convergenza dell’intero centrodestra verso l’unico candidato possibile: Nello Musumeci, il quale merita di raccogliere i frutti del suo buon governo di questi anni con il sostegno di quegli stessi partiti che ora consentiranno la vittoria al primo turno di Roberto Lagalla”. Se ne riparlerà dal 13 giugno, una volta terminato lo spoglio a Palermo.