Bruno Frattasi scriverebbe del direttore Frattasi: un uomo perfetto nel secolo sbagliato. Per battere l’hackeraggio, gli spioni, il governo ha scelto un prefetto del Novecento. Colto, raffinato, un flâneur del “naufragar mi è dolce”. Dal marzo 2023 dirige l’Agenzia nazionale della cybersicurezza (Acn) ma guiderebbe magnificamente il gabinetto Vieusseux, la sala di lettura, a Firenze, di Manzoni e Gide. Ama l’inchiostro, le stilografiche, le buone letture, ascolta la musica classica, Haydn, Bach, Chopin. E’ melomane, cinefilo, tifoso del Napoli, autore del libro, su Federico Fellini, “Amarcord, 50 anni dopo. Mémoire di uno spettatore informato (e altri vagheggiamenti” (Rubettino).
68 anni, ex prefetto di Roma, Latina. Ha sciolto il comune di Fondi. Un fratello dirigente del Pci, scomparso, uno stipendio secretato, come quello della sua vicedirettrice, Nunzia Ciardi. L’Agenzia modellata, e inventata, dall’ex capo della Polizia, Franco Gabrielli, su richiesta di Draghi, è stata affidata a un pensionato, definito il “prefetto rosso”. E“nero”. A Pescara, lo scorso aprile, al meeting di FdI, esibisce la maglia con la fiamma di Meloni salvo poi scusarsi: “L’ho fatto per cortesia”. Lo nomina direttore il saggio Alfredo Mantovano, dopo le dimissioni di Roberto Baldoni, un accademico. Fazzolari accetta. Meloni asseconda. Nessuno sa bene cosa sia andato a dirigere. Tre lettere: Acn. Per la destra, che ora lo scomunica, e gli contesta la vulnerabilità dei nostri sistemi digitali, “Frattasi è un nonno e l’Agenzia l’isola rifugio di Gabrielli, la sua Harvard”, per la sinistra, “Frattasi è ormai di destra e con noi non c’entra nulla”. La sicurezza digitale in Italia è un film, amato da Frattasi, Satyricon.
Ci sono 150 dipendenti, il miele, e il meglio, della Polizia, la possibilità di avere stipendi importanti, tanto da non apparire nella sezione “amministrazione trasparente”. Viene chiamata “la Banca d’Italia dell’Interno”. Non c’è funzionario che non voglia lavorare, distaccato, presso l’Agenzia. Ci lavora la figlia del capo della procura di Roma, Francesco Lo Voi, ci lavora Milena Rizzi, prefetto ed ex capo di gabinetto della ministra Luciana Lamorgese adesso a capo del servizio regolazione di Acn. Ci lavora Laura Tintisona, moglie dell’attuale prefetto di Roma, Lamberto Giannini, ex capo della Polizia, anche lei dirigente superiore di polizia, e oggi vicecapo di Rizzi all’Agenzia, e distaccata a decorrere dal “18 luglio 2023”. Il distacco è stato firmato dallo stesso Giannini. Lavora all’Agenzia il colonnello Gian Luca Berruti, cognato di Maria Elena Boschi, accusata, a destra, di aver presentato un emendamento pro Agenzia, una pecetta che congelava lo stipendio percepito all’Acn anche dopo il distacco e il rientro nel corpo di provenienza. Lo stipendio di Frattasi, si legge nel decreto di nomina, “non è soggetto a pubblicazione”. Si aggira sui 400 mila euro almeno, così dicono i prefetti del prefetto Frattasi, fratello di Antonio Frattasi, simbolo del Pci napoletano, dirigente comunista, consigliere comunale, esperto di Bordiga. Continua su ilfoglio.it