E’ in arrivo per la Sicilia la quinta infrazione dell’Unione Europea per il mancato funzionamento dei depuratori e il conseguente inquinamento delle acque. Lo ha comunicato il commissario straordinario Enrico Rolle. Le prime due procedure avviate da Bruxelles pesano sulle casse della Regione per 15 milioni. Per una di esse il conto rischia di diventare salatissimo: sono previsti 30 milioni di sanzione per ogni sei mesi di ritardo nei correttivi da apportare. La multa viene emessa ai danni dello Stato, ma la metà degli agglomerati urbani “inadempienti” in materia si trova in Sicilia e dunque la sanzione sarà per metà a carico della Regione. “Quando arriverà la notifica ufficiale per la quinta procedura d’infrazione – ha spiegato Rolle – si avvierà un contraddittorio fra Bruxelles e la Regione, che cercherà di giustificare carenze e ritardi. Ma i tempi di Bruxelles sono più veloci di quelli che servirebbero per adeguare gli impianti”.
L’ultima procedura d’infrazione riguarda, fra l’altro, una cinquantina di comuni. Sono 300 (su 390) quelli che risultano con gli impianti non a norma. Il commissario Rolle si sta già occupando 67 interventi di risanamento, per i quali però sono state aggiudicate soltanto 19 gare d’appalto (le altre lo saranno nel 2020). Molti di essi hanno subito intoppi e non rientra fra i poteri di un commissario emettere ordinanze per imporre tempi certi alle Amministrazioni comunali. Se tutto andrà come deve, l’emergenza verrà superata nel 2024, ma i rallentamenti (frequenti) non depongono a favore dell’ottimismo. “La Sicilia – ha spiegato Rolle, come riportato dal Giornale di Sicilia – aveva a disposizione un miliardo per realizzare reti fognarie e depuratori. Ma gli appalti hanno viaggiato molto a rilento. Oggi, di fronte alle nuove emergenze, il budget è cresciuto di 400 milioni”. E infine anche “la struttura commissariale andrebbe potenziata. Servono incentivi per attrarre le migliori energie in questo settore”.