Nuovo e vecchio, cambiamento e conservazione, giovani e anziani, destra e sinistra. Volete una di queste cose? Le volete tutte insieme? Allora Siracusa è la vostra città e domenica è la giornata perfetta. Infatti ogni “ballottante” è rinnovatore e conservatore, moderato e progressista, mangiapreti e baciapile. Ok, questi sono discorsi qualunquisti (che vanno di gran moda peraltro), ma noi rifuggiamo il gossip e ci atteniamo alla nuda cronaca. Domenica si contenderanno la sindacatura di Siracusa Ezechia Paolo Reale e Francesco Italia. Reale ha preso il 37% dei voti a primo turno, sostenuto da 8 liste che assieme hanno raggiunto il 45% dei voti. Italia ha raggiunto quasi il 20% sorretto da tre liste che assieme hanno raggiunto il 14%.

Reale ha completato la squadra degli assessori con tre new entry. La più blasonata è quella di Sandro Campagna, il ct della nazionale di pallanuoto. Gli altri due sono: Benedetto Brandino, fratello di Peppe, prematuramente scomparso, che era fra i fondatori del movimento di Reale, Progetto Siracusa, e Federica Barbagallo votatissima di Forza Italia. Italia ha fatto altrettanto indicando come assessori tre che erano candidati a sindaco: Fabio Moschella del Pd più due civiche, Randazzo della sinistra ambientalista e della cultura e, sorpresa ma non troppo, Fabio Granata, sostenuto da una civica e da “Diventerà Bellissima”. Ovviamente Campagna è stato variamente vituperato per aver scelto la destra, Granata altrettanto per aver scelto la sinistra. E se la decisione di campagna era inattesa ed è stata certamente un coup de théâtre, quella di Granata, politicamente non imprevista a Siracusa, s’è rivelata indigesta a livello regionale visto che Musumeci, detentore del marchio “Diventerà Bellissima”, s’è affrettato a scomunicare l’(ex?)amico e ad affermare che la sua “ditta” sostiene Reale.

Ma Campagna e Granata, con le polemiche relative, sono in fondo il volto presentabile di una campagna per il ballottaggio fatta, soprattutto sui social, di accuse roventi, di insulti personali a tinchitè, di vituperi incrociati da parte degli hater in servizio permanente effettivo nelle due squadre. E mentre dalle retrovie si sparano cannonate non convenzionali contro la parte avversa, i due contendenti sorridentissimi e sussiegosissimi si profondono in video accattivanti. Reale tutto incentrato politicamente sulle magagne della giunta uscente e personalmente sulla simpatia, sugli affetti familiari, perfino con uno spot girato mentre si fa un tatuaggio, della serie siamo modernissimi. Francesco Italia sull’onda del successo (per molti versi inatteso) del primo turno si propone in umbratili location cittadine col suo mantra del nuovo/giovane/pulito/appassionato che resiste contro il vecchio che vuole risorgere.

In realtà gli schieramenti sono imbrogliati assai. Paolo Reale, è “portato” da un cartello sostanzialmente di centrodestra, con il nuovo apporto del grande vecchio della politica siracusana, Gino Foti, “simpatizzate” Pd, che a primo turno aveva appoggiato Moschella ma che, avendo in gran odio il sindaco uscente Garozzo, detesta anche il suo vicesindaco Italia. Foti polemizzò con Reale nelle scorse settimane ma le scorse settimane sono un’era politica lontana e, come si dice, solo gli imbecilli non cambiano idea. Dalle parti di Reale sarebbe tornato anche Dario Tota (che dai “realisti” partiva prima di diventare assessore garozziano), con i suoi 400 e passa voti il 10 giugno ottenuti però in una lista pro-Italia che non ha però raggiunto il quorum. Presso Reale ritroverà altri ex assessori della giunta Garozzo (e quindi colleghi di Italia) in primis Gianluca Scrofani ri-indicato come assessore, stavolta da Reale. Nella compagine “realista” da Forza Italia della Prestigiacomo, al one-man-party (ma con very much voti) Vincenzo Vinciullo, a Gaetano Cutrufo, presidente del Siracusa Calcio, candidato alle regionali con la sinistra (nella lista degli alfaniani appoggiato da Garozzo e Italia), una serie di politici di lungo corso (e ormai esigui consensi) sparsi in civiche.

Non è esattamente un bagno di gioventù l’armata di Reale e Italia, giovanile e dinamicamente ciclista, questa cosa l’ha ribadita, come cantava a Sanremo Valerio Scanu, “in tutti i modi, in tutti i luoghi in tutti i laghi”. E tendenzialmente finora gli ha detto pure bene. Certo poi un poco, per la ragion politica e per la logica delle alleanze, qualche sbavatura nel mood “young & beautifull” l’ha fatta registrare. I tre neo-assessori nominati, hanno 187 anni complessivamente, il più giovane 14 anni in più dello stesso Italia, quarantacinquenne. E, a parte Randazzo (65 anni), new entry della politica, Moschella (63) e soprattutto Granata (59) hanno una storia pubblica lunghissima alle spalle. Nel campo di Italia s’è materializzata anche la scomposizione (clamorosa in città) del gruppo “fotiano”, con il vecchio leader orientato, come detto, verso Reale (o comunque non con Italia) e il suo delfino, Gionni Cafeo, fresco deputato regionale (l’unico “onorevole” del Pd rimasto nel siracusano) che ha fatto un inequivocabile endorsement per il vicesindaco ballottante. Le previsioni per il 24 intanto insistono: stessa spiaggia, stesso mare.