Una cara amica di mia figlia, da anni stanziale a Berlino, mi ha raccontato che per qualche tempo ha vissuto anche a Monaco. E che pure lì, nel viver civile, che è gran cosa, della bella Baviera, il troppo stroppia. Pare che ti redarguiscano se per strada alzi anche solo di un po’ il tono della voce, se allunghi di troppo il passo a meno che non ti sia scappato il barboncino al guinzaglio, lei si è sentita toccare la spalla in una caffetteria perché il rumore pur attutito dei tasti del suo pc dava fastidio alla sua vicina di tavolo. Mi ha raccontato che se tieni alto il volume del televisore non è la vicina di casa a suonare al tuo campanello per dirti di abbassarlo, è direttamente la polizia, avvisata dalla signora Hammer, a bussare alla tua porta per dirti: «Guardi che sta disturbando la sua vicina, frau Hammer, con il volume alto della sua tv». Le ho detto: «Preciso preciso come qui, a Caracas, distretto di Palermo, che se telefoni alle forze dell’ordine ti rispondono con il solito mantra gentile ma fermo “mi dispiace, se non ci sono fatti di sangue non possiamo intervenire” che tu ti taglieresti sul momento le vene di un polso per dire “ecco, è accaduto proprio adesso un fatto di sangue, che facciamo?”.
Totò Rizzo
in La lettera scarlatta
La civiltà perduta della nostra Palermo. Saluti dalla Baviera
monaco di bavierapalermo
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