Dal cantiere del governo giallorosso scompare il Ponte sullo Stretto. Ieri la Camera dei Deputati ha approvato una mozione della maggioranza, con 237 voti a favore, 168 contrati e 9 astenuti, che impegna il governo a “individuare la soluzione che possa meglio rispondere alla domanda di mobilità da e per la Sicilia, con la finalità di realizzare un collegamento stabile e veloce dello Stretto di Messina mediante la realizzazione di opere adeguate e la previsione di mezzi idonei e sostenibili”. Bocciate invece le mozioni della opposizione, tutte esplicitamente volte alla realizzazione del Ponte.
Il testo della maggioranza, invece, non cita specificamente il ponte come struttura di collegamento tra Sicilia e Calabria che, viene spiegato, deve “porre definitivamente fine all’isolamento della rete dei trasporti siciliani da quella del resto del Paese, estendendo così l’alta velocità fino a Palermo e Siracusa”. Nei mesi scorsi il premier Giuseppe Conte, su suggerimento di Giancarlo Cancelleri (che in proposito aveva commissionato anche uno studio), si era spinto ad osservare che forse, più del ponte, andrebbe bene un tunnel subalveo. E lo stesso viceministro, ieri in aula, ha ribadito le posizioni dell’esecutivo. Il Ponte sullo Stretto è un “progetto vecchio di 20 anni” e “non rappresenta assolutamente la migliore soluzione” per colmare il gap infrastrutturale tra il nord e il sud del Paese.
“Il vero problema di questo arido dibattito, fra l’altro vista l’emergenza Covid anche abbondantemente fuori luogo – ha aggiunto Cancelleri – è l’inquadrare sempre e soltanto la singola opera, ma non è di questo che ha bisogno il nostro paese. L’Italia, per essere una nazione forte e autorevole in Europa, deve necessariamente colmare il divario economico e infrastrutturale che c’è tra il meridione e il settentrione – commenta il vice ministro, Giancarlo Cancelleri – e questo enorme divario non si risolve certamente con la sola costruzione di un ponte a campata unica di 4 km, progettato più di un ventennio fa, che collega due deserti. Per risolverlo realmente – continua – ci vuole un complessivo e articolato progetto infrastrutturale per il Sud. Il governo Conte sta lavorando proprio a questo, ad un piano d’insieme che prevede nuove opere attese da tempo e la messa in sicurezza delle infrastrutture esistenti attraverso un grande piano di manutenzione, tutto ciò senza dimenticare nessun territorio e rendendo l’attraversamento stabile dello stretto solo uno dei tasselli di un puzzle molto più grande”.
“Bocciare le mozioni dell’opposizioni è solo una scelta sprezzante verso il Sud. Il testo di maggioranza è da vergogna, contiene solo aria fritta”, dice Stefania Prestigiacomo. Il no del governo alla mozione di Forza Italia per la costruzione del ponte sullo stretto di Messina “è frutto di una vecchia visione ideologica, pseudo ambientalista, coniugata con la nuova demagogia qualunquista targata Cinque Stelle. E’ una scelta con la quale la maggioranza contraddice del tutto s stessa, perché da un lato ha incaricato l’ennesima commissione di una valutazione tecnica su un’opera che è fra le più studiate nella storia dell’ingegneria moderna, dall’altro, ignorando la stessa commissione appena nominata, decide di rigettare l’ipotesi del ponte, ovvero rifiutare l’unico progetto cantierabile che ha superato tutti i vagli previsti dalla normativa vigente, sia in sede nazionale che comunitaria”. Governo e maggioranza, secondo la Prestigiacomo, “stanno rinunciando a un investimento al Sud di 8 miliardi di euro. Non vorrei che questo disinteresse e ipocrisia discendano proprio dal fatto che si tratti di un’opera da realizzare al Sud”.