Goffredo Arena torna in Italia e lo fa dalla porta principale: il medico catanese che dà la caccia ai tumori ha assunto la direzione della Chirurgia oncologica della Fondazione Giglio di Cefalù. Era uno dei cervelli migrati all’estero, in Canada per la precisione, dove ha trascorso gli ultimi vent’anni della sua vita come chirurgo al St. Mary’s Hospital e al Royal Victoria Hospital di Montreal, e come professore associato di chirurgia e patologia alla McGill University. Ha cominciato a fare questo mestiere in seguito a una tragedia che ha colpito la madre, portata via da un cancro al colon con metastasi al fegato. Aveva appena 54 anni: “Sentivo dentro questo desiderio fortissimo di fare qualcosa per la lotta ai tumori” ha svelato il dott. Arena a Repubblica. Trascorre tante ore in laboratorio, dove ha sperimentato un modello di “trasferimento orizzontale”: una tesi secondo cui il tumore si propaga tramite messaggeri che vanno da quello principale verso cellule bersaglio di organi sani, intaccandole e trasformandole in cellule tumorali. Un’idea che potrebbe aprire nuovi orizzonti nella cura dei tumori. Arena ha anche brevettato il “MaterD”, uno screening in grado di identificare la presenza di un tumore ancor prima che si formi: “Ho voluto donare all’umanità questo brevetto, rendendolo pubblico e rinunciando a tutti i diritti economici. Al momento è ancora una piattaforma biologica che dovrà essere brevettata e testata”. Il dottor Arena ha all’attivo circa 6 mila interventi. A Cefalù vorrebbe realizzare un laboratorio per continuare la sua attività di sperimentazione, e ne ha già parlato col presidente del Giglio, Giovanni Albano. In Canada si è anche occupato di addestramento chirurgico: “Molti dei miei allievi sono diventati professori universitari e alcuni sono autorità nei loro campi”. Il suo ritorno è una notizia che fa bene al cuore e alla sanità siciliana, che con l’ultima sfilza di concorsi sta provando a invertire il trend: medici, tornate a casa.