Esiste una musica che sin dalle prime note ti artiglia e ti trascina in alto, nei cieli immensi e sconfinati delle armonie. Ed esistono luoghi a Palermo in cui questa musica ti avvolge e ti immerge in un’atmosfera di sogno. Di preziosa favola: così l’avrebbe definita un poeta elegante come Lucio Piccolo. Questa musica è il jazz che, nato a New Orleans agli inizi del ventesimo secolo, ha come principali elementi il ritmo e l’improvvisazione; e che, evolvendosi in una grande varietà di stili, è entrato dopo gli anni Settanta in una categoria dello spirito meglio conosciuta come musica colta.
Un fiore sbocciato lentamente a Palermo, ma che in poco tempo è riuscito a catturare un pubblico sempre più vasto ed eterogeneo. Un pubblico appassionato. Che sera dopo sera non perde l’occasione di lasciarsi accarezzare dalle note di una musica così impetuosa e travolgente.
Nel centro della Palermo barocca, a due passi dai quattro Canti di città, c’è un luogo dove ogni sera è possibile ascoltare artisti dal vivo. E’ il Tatum Art, un jazz club nato dalla collaborazione di Francesco Costanzo e di Toti Cannistraro. E’ il punto di arrivo di una sfida che negli anni è diventata molto stimolante e che oggi offre alla città un locale, intimo e all’un tempo intrigante, nel quale trovano abitualmente accoglienza, calore e applausi i nomi più in vista del panorama internazionale: da Steve Kuhn a Ferenc Nemeth, da Jonny O’Neal a Bill Carrothers, fino a Danilo Rea e Francesco Cafiso.
Ma il Tatum non gioca solo la carta dei grandi del jazz e non va solo a caccia delle stelle più brillanti del firmamento artistico; mette anche il suo palcoscenico a disposizione dei giovani talenti e di chiunque abbia un discorso musicale da recitare ai propri fan.
E poi c’è il Brass Group, ideato da Ignazio Garsia che del jazz incarna storia e memoria. Con il Real Teatro Santa Cecilia e con il Blue Brass di Santa Maria dello Spasimo, il pianista e compositore Ignazio Garcia in più di quarant’anni – cominciò con il cabaret dei Travaglini – ha trasformato Palermo in una capitale europea della musica libera, senza vincoli e senza confini.
La sua Orchestra Jazz Siciliana ha scritturato i più grandi direttori d’orchestra, come Gil Evans o Vince Mendoza; e il suo teatro ha ospitato quasi tutti i giganti del mondo: da Frank Sinatra a Diane Schurr, da Stefano Bollani fino alla straordinaria e indimenticabile Natalie Cole.
E in questo prodigioso e luminescente giardino della musica sono sbocciati fiori profumatissimi, musicisti di sorprendente ingegno e fantasia come Giuseppe Milici, Fabio Lannino, Mario Bellavista, Diego Spitaleri, Sergio Munafò, Giuseppe Urso, solo per citarne alcuni; ma anche cantanti dalle modulazioni vocali più emozionanti come Carmen Avellone, Anna Bonomolo o le sorelle Flora, Monica e Roberta Faja.
Due mondi complementari quelli del Brass e del Tatum Art che si guardano e si completano per offrire al loro pubblico – sempre più vasto, sempre più interessato – spettacoli di morbida levità e di soave delirio.