Non è passata neanche un’ora dalla conferenza stampa di Christine Lagarde, in cui la presidente Bce ha annunciato un taglio dei tassi d’interesse dello 0,25%, il secondo da inizio anno, che il governo italiano inizia a cannoneggiare. Una reazione a prima vista spiazzante e controintuitiva: perché attaccare Francoforte proprio nel momento in cui la Banca conferma una politica espansiva, meno timorosa dell’inflazione e più attenta alla crescita? Semplice, la critica è riassumibile in poche parole: troppo poco e troppo tardi. Quello che fa più innervosire il governo italiano è la mancanza di un orizzonte certo, di un percorso di riduzione dei tassi che sia determinato, quanto meno da qui fino a fine anno. Insomma, manca la conferma di altri tagli, visto che comunque un livello del costo del denaro al 3,5% è tutt’altro che vantaggioso per famiglie e imprese. E invece Lagarde continua a non voler dare indicazioni sul futuro, trincerandosi dietro alla solita spiegazione per cui le prossime mosse verranno decise sulla base dei dati economici. Mostrando anche di provare un certo gusto nel non voler dare indicazioni: alla domanda dei giornalisti risponde con un poco divertente “Que serà serà”. Stavolta, va detto, fra le due parti in conflitto la bilancia pende dalla parte degli italiani: la troppa prudenza non aiuta la crescita. Continua su Huffington Post