Molti anni fa mi piaceva andare a Milano e portarmi mia madre, non c’era mai un motivo preciso, a volte magari andavo a vedere l’Inter, spesso mi piaceva passarci due giorni e basta, e come dicevo mia madre veniva con me. Facevamo passeggiate così lunghe che a volte duravano un giorno intero. Anche a mia madre piaceva andare a Milano, quand’era piccola ci aveva anche vissuto per un po’. Aveva una cugina che aveva un marito che faceva il barbiere e fra i suoi clienti c’era nientemeno che Gino Bramieri. Questa cosa me la fecero imparare fin da piccolo: hai uno zio che taglia i capelli a Gino Bramieri, e probabilmente qualche volta me ne sarò vantato pure.
Ma non è questo che volevo dirvi. Quello che voglio dire è che a mia madre piaceva una strada, e la percorrevamo sempre. Era una strada lunga e bella, iniziava dalla Scala, il teatro, e finiva alla stazione Garibaldi passando dal palazzo del Corriere in via Solferino. A metà della strada c’era un bel palazzo e mia madre a questo punto mi diceva sempre che lì, nell’attico, ci abitava Ornella Vanoni e chissà se era vero.
L’altro giorno passeggiavo con Francesca e a un certo punto mi sono trovato davanti a questa strada. “Andiamo da qui?”, le ho detto. “Da qui?”. “Sì, da qui”. E l’abbiamo percorsa insieme, non lo facevo forse da quindici anni. Quando ho visto quel palazzo ho pensato che nell’attico forse ci abitava Ornella Vanoni e stavo per dirlo a Francesca, ma mi veniva un po’ da ridere e non gliel’ho detto. In mezz’ora eravamo alla stazione Garibaldi. “E ora?”, mi ha chiesto Francesca. “E ora niente, prendiamo la metro e andiamocene da un’altra parte”.