Tra le 7 mila unità di personale in forza alle società partecipate della Regione – a cui una delibera di fine 2019, fra l’altro, ha imposto lo stop alle assunzioni – ce n’è una assai particolare. Riguarda la Sis, la società interporti siciliani, che si occupa della realizzazione degli interporti di Catania (in fase di completamento) e Termini Imerese (mai realizzato). L’ha portata a galla il deputato regionale del Movimento 5 Stelle, Luigi Sunseri: “Uno stagista è stato assunto dalla Società interporti siciliani e nominato responsabile anticorruzione. Siamo alla follia, forse è un caso unico al mondo”. “A parte che lo stagista – precisa Sunseri – è stato assunto dalla partecipata regionale con contratto di tirocinio di un anno, senza avviso pubblico, né convenzioni con le università, è inconcepibile che eserciti una funzione talmente delicata, della quale deve occuparsi un dirigente”.
In questi giorni numerosi casi di corruzione scuotono gli enti locali. Anche la Regione è stata investita da un’inchiesta per corruzione che si è abbattuta sul dipartimento delle Politiche agricole. Per questo il tema non può essere trattato con superficialità. Eppure accade: “La società – ricorda il parlamentare grillino – ha rischiato il fallimento, scongiurato da una ricapitalizzazione di 2,5 mln € decisa dalla Regione nel 2018. È evidente e attuale la necessità di contenimento dei costi di funzionamento, ribadita tra l’altro nel Piano di revisione delle società partecipate deliberato dalla giunta regionale il 30 dicembre 2019. Com’è possibile – si chiede Sunseri – vista l’incidenza dei costi del personale sul bilancio societario, che la Sis abbia stipulato diversi contratti di tirocinio retribuito? Com’è possibile che addirittura sia stato affidato il delicatissimo compito di responsabile anticorruzione a uno stagista, con una nomina del 28 febbraio? Sulla razionalizzazione delle spese e sugli incarichi interni il presidente della Regione, Musumeci e gli assessori competenti dovranno darci risposte chiare”.
La razionalizzazione della spesa tirata in ballo da Sunseri è direttamente collegata al pacchetto di riforme che lo Stato ha chiesto alla Regione come condizione necessaria per concedere la spalmatura del disavanzo da due miliardi in dieci anni. Se qualcuno dei paletti dovesse essere aggirato, però, il debito sarà rateizzato in tre anni anziché in dieci. In quel caso non servirebbe uno scienziato, né uno stagista, per calcolare il danno enorme a scapito della Sicilia.