Sono destini che si incrociano più spesso di quanto non si possa immaginare quelli di Giuseppe Conte e di Matteo Salvini. Quelli dell’ex premier che da professore sconosciuto è diventato prima capo di governo e poi leader di partito e di quel suo vice – ai tempi del governo gialloverde – che dopo il Papeete è passato dall’opposizione all’appoggio a Mario Draghi, fino al governo Meloni, perdendo passo dopo passo la fiducia dei suoi storici compagni di viaggio. Mentre i risultati delle Europee si vanno consolidando, i destini di Conte e Salvini si intrecciano ancora, ma sono due destini ben poco positivi. Il leader M5s e il segretario della Lega sono i grandi sconfitti di questa tornata elettorale.

Numeri alla mano: la Lega, quando sono state scrutinate la maggior parte delle sezioni, si aggira intorno al 9%. Un risultato che, se consolidato, è sostanzialmente in linea con le elezioni politiche del 2022. Ma che rappresenta un tonfo incredibile rispetto alle precedenti europee. Soprattutto, la Lega non vince il duello interno alla maggioranza: mentre scriviamo, a notte fonda, il testa a testa all’ultimo voto sembra propendere a favore di Forza Italia. Il partito di Antonio Tajani, infatti, è più vicino al 10% rispetto al Carroccio.

Deluse, dunque, le aspettative di Salvini che puntava alla doppia cifra. Continua su Huffington Post