Battaglie e intrighi di corte: il mito del Medioevo è ancora oggi radicato nell’immaginario collettivo e fonte inesauribile di trame per alcune fiction televisive di successo, come il Trono di Spade e Merlin, tra le più famose.
Sulla scia di queste produzioni costose, Indictus – la Terra di Nessuno è online da quattro mesi e ha già ottenuto quasi centomila visualizzazioni, nonostante il budget ridotto e l’assenza di star hollywoodiane. A marzo, proprio nella mecca del cinema, i giovani autori della serie web, tutti originari dei paesi montani delle Alte Madonie, al centro della Sicilia, hanno ottenuto tre premi all’annuale “Hollywood Moving Film Festival”: “Best Cinematography”; “Best first time filmmaker”, per il debutto del regista ventisettenne Francesco Dinolfo; e “Best picture” a Fabio e Alessio Boasi, i produttori torinesi della Reverse Agency, appena trentenni, anche loro.
“In una Sicilia magica e misteriosa, contesa tra Arabi e Normanni, Indictus guarda al Medioevo in un’originale rilettura di luoghi, prodezze e personaggi, a metà tra storia e leggenda”. Con questa motivazione la Film Commission della Regione Siciliana ha decretato il premio che ha dato l’avvio alla produzione, in occasione del primo bando per under 35 promosso in Italia da un’amministrazione pubblica, per lanciare questa nuova forma di produzione cinematografica. Un bando, per l’ammontare di quindicimila euro, che rientra nel programma “Sensi Contemporanei – per lo sviluppo dell’industria audiovisiva nel Mezzogiorno”, raddoppiati dalla co-produzione di Reverse e IDA – Immagini d’Autore.
E’ possibile realizzare un film con trentamila euro? Oggi sì può ma è necessario anche avere una forte determinazione e la capacità di mettere in atto nuove forme di mecenatismo, come il crowdfunding, “opportunità che in Italia è ancora inesplorata”, commenta il regista di Indictus, “ma è un modo efficace di presentare progetti e di avvicinare le persone, rendendole partecipi di un processo. Ci ha permesso di aggiungere una somma importante che abbiamo destinato alla comunicazione”.
La web serie composta da sette puntate – con una durata complessiva di 74 minuti – è visibile gratuitamente online sul canale You Tube Indictus, perché, “oggi il mondo della comunicazione è cambiato radicalmente”, afferma il regista. “Il web è la possibilità di esistere che di raccontare: la storia che abbiamo delineato recupera i format della serialità ma li ridisegna su tempi moderni, più veloci. Al tempo stesso, grazie al web, Indictus è sottotitolato in tre lingue, arabo, inglese e cinese. Questo ci ha permesso di aumentare il target dell’utenza, e parlare ad un pubblico potenziale più ampio>, continua Dinolfo.
Le serie web sostituiranno il cinema? Già le smart TV collegate ad internet, come Netflix, hanno soppiantato la televisione. “La serialità è un modello comunicativo antico che oggi si sposa con il mondo pubblicitario: fidelizzare il pubblico è la stessa mission di un brand, che ha bisogno di mantenere nel tempo i propri clienti”, dichiara Francesco Dinolfo, “un’analogia che ha portato ad abusare del genere web serie e, contemporaneamente, a riempire di storie, sempre più incredibili e non replicabili, la vita di ognuno di noi che trasmette sempre meno impulsi al tempo reale”. Questa serie presenta anche un aspetto interattivo, per giocare con la possibilità di avere due punti di vista in un racconto, come, “i non detti, le trame secondarie, quelle affidate ai vinti, che vengono inghiottite dal tempo e dimenticate. Per questo – precisa Dinolfo – insieme alla puntata principale, in ogni episodio abbiamo inserito una pillola narrativa nascosta, appunto l’indictus. Ad un certo punto sarà visibile una i accompagnata dalla scritta “scopri quello che non è stato raccontato. L’utente deve essere curioso per accedere a questo contenuto ulteriore, deve avere voglia di conoscere l’latra parte del racconto. Una sorta di gioco interattivo che fa diventare l’utente protagonista. Tocca a lui decidere quanto vuole conoscere e cosa può ottenere rimanendo fuori dall’intero racconto”.
Indictus – la Terra è di Nessuno, racconta gli scontri tra Arabi e Normanni nell’XI secolo in Sicilia, dalla leggendaria battaglia nei pressi del fiume Cerami nel 1063, quando Serlon d’Altavilla guidò il piccolo ma potente esercito Normanno di suo zio, il Gran Conte Ruggero, sconfiggendo tremila Saraceni. Una vittoria decisiva per il destino dell’Isola. La sceneggiatrice di Indictus, Marianna Lo Pizzo, ha preso spunto per il suo lavoro sia dal trattato in latino dell’abate benedettino Goffredo Malaterra, cronista ufficiale della corte Normanna, che dal geografo arabo Al-Idrisi, per narrare le vicende di personaggi che si dipanano tra leggende e complotti. Il ruolo di Ibrahim, qui conosciuto come Emiro di Castrogiovanni è il simbolo della forza della fede islamica, uomo di profonda cultura che intrepreta un canto nostalgico nel momento in cui realizza la definitiva perdita dell’Isola. Serlon d’Altavilla è l’archetipo dell’uomo moderno, protagonista amletico che oscilla tra l’ammirazione per il mondo di Ibrahim e la brama di conquista dei Normanni. E’ lui il personaggio che rappresenta il desiderio di stabilire un ponte tra le due culture.
Tra storia e finzione, Indictus narra eventi che si rincorrono nell’atmosfera di un paesaggio siciliano dell’entroterra nord occidentale, meno conosciuto di quello orientale. In particolare le zone di Scicli e Ragusa, meta di un importante flusso turistico dovuto alla bellezza dei luoghi ma anche alla fortunata serie TV tratta dai romanzi di Andrea Camilleri, Il Commissario Montalbano. Indictus è ambientato principalmente nel cuore del Parco Naturale delle Madonie, tra i borghi di Gangi – paese natale del regista e della sceneggiatrice e di alcuni degli attori protagonisti – Petralia e Geraci Siculo. Un paesaggio che conserva ancora oggi le caratteristiche dei grandi latifondi siciliani, dove la fotografia dello stesso Dinolfo, fa risaltare l’oro brunito dei campi di grano, il verde intenso dei boschi che si estendono – in diverse gradazioni di colore – dal mare fino alle zone più interne e montuose. “Se non avessi conosciuto così bene la reazione del sole in questa parte del mondo sarebbe stato impossibile girare in ventidue giorni consecutivi, senza sosta – racconta Dinolfo – un momento ricercato che ci ha permesso anche dopo, nella fase di editing e color correction, di mantenere questo medioevo esotico e con una sua identità, distante dall’immaginario collettivo del medioevo buio e freddo”.
Una terra di nessuno? Così recita il sottotitolo di Indictus, scelto successivamente perché “ci sembrava importante definire il confine entro cui stavamo muovendo il racconto. Ovvero la mancanza di confini”, spiega Dinolfo. “L’ambientazione della storia in un’isola che ha conosciuto dominazioni secolari e tutte diverse tra loro, l’attuale posizione ancora strategica della Sicilia nel Mediterraneo non poteva essere sottintesa. Nessuno era Ulisse nel suo viaggio di ritorno a Itaca e la terra a cui anela l’uomo è una terra di nessuno ma anche, suo malgrado, di partenze ignote senza destinazione. La Sicilia è stata terra di accoglienza per millenni, tuttora lo è di partenze inattese senza ritorno, dirimendosi tra uomini che l’hanno esaltata e quelli che invece l’hanno consegnata alla storia come la terra in cui niente può cambiare”.
La Sicilia contemporanea riscopre quel passato di mille anni fa, che fu decisivo per le sorti dell’Europa. Non a caso, Indictus è stato lanciato online in coincidenza con l’inizio di quest’anno in cui Palermo è Capitale Italiana della Cultura perché città espressione concreta di un sincretismo culturale che ebbe un forte impatto nel medioevo, contribuendo alla formazione di una koinè mediterranea che oggi viene rivalutata come modello di coabitazione.